Abiti, trucco, parrucca e maquillage chirurgico: nel mondo online di Miss Bimbo , nei concorsi di bellezza per avatar adolescenti tutto è permesso. Ai genitori si offre un’altra occasione per scagliarsi contro il gaming online: il rosa confetto delle pagine web di Miss Bimbo attenta al candore delle ragazzine di mezzo mondo.
In tempi non sospetti le bimbe si divertivano ad agghindare bamboline con vestiti di carta ritagliati. Alle famiglie bastava che le punte delle forbici fossero arrotondate per accordare loro il permesso di giocare. Ma Miss Bimbo è completamente differente, lamentano le famiglie: le gote rosate della bamboline da vestire sono nascoste sotto cipria e ceroni, il corpo goffo da ricoprire di vestiti infiocchettati è un fisico longilineo da aggiustare con ritocchini chirurgici, gli accessori con cui vestire il proprio modello sono decisamente troppo provocanti se indossati da giovani tra i nove e i sedici anni, il target a cui Miss Bimbo è indirizzato.
L’obiettivo del gioco è altresì intollerabile per i genitori: le ragazze sono invitate a concorrere per diventare la trendsetter capace di lanciare tendenze che le altre centinaia di migliaia di utenti registrate seguiranno, per impersonare l’icona di stile del metamondo della moda pubescente.
Sono incoraggiate a competere senza esclusione di colpi : l’unico limite all’imbellettamento del proprio corpo è il budget di bimbo dollari di cui si dispone. Un budget che si può rimpinguare con un SMS o con un trasferimento di denaro a mezzo PayPal, ma anche accaparrandosi un avatar-fidanzato ricco e famoso, da irretire sfoderando le doti fisiche del proprio personaggio.
Se i genitori del milione e 200mila francesi iscritte hanno già espresso lamentele e perplessità, sedate dai gestori del servizio, ora la diatriba si è spostata nel Regno Unito dove, dopo un solo mese di attività, ha già conquistato 200mila iscritte. Miss Bimbo corrompe le giovani , lamentano i genitori, attenta ai valori che le famiglie hanno trasmesso loro: “Sarebbe diverso se il ragazzino cogliesse la stupidità del gioco – ha spiegato il rappresentante di un’associazione di genitori – ma il pericolo è che una ragazzina di nove anni non riconosca l’ironia e prenda il gioco come una regola di vita: in questo modo il gioco rappresenta un rischio e una minaccia”.
La competizione acerrima, la vanità su cui si fonda il messaggio del game, per il suo creatore Nicolas Jacquart non sono che “innocuo divertimento”. Le regole di Miss Bimbo, inoltre, basterebbero per scongiurare l’innescarsi di dinamiche di immedesimazione che potrebbero tradursi in disordini alimentari: alle partecipanti è raccomandato il ferreo controllo del girovita, ma viene altresì ricordato loro che “ogni ragazza ha bisogno di mangiare”; le abbuffate di cioccolata si ripercuotono sul fisico e sull’umore delle avataresse e possono essere compensate solo con l’assunzione di quantità industriali di frutta e verdura.
A parere del creatore il game avrebbe quindi dei risvolti educativi, aiuterebbe i giovani gamer a districarsi fra i problemi della quotidianità, nella vita da adolescenti nel mondo di oggi. I genitori dissentono: i videogiochi educativi sono di tutt’altra natura , e il gaming, entusiasmando i ragazzi, può rappresentare un veicolo per trasmettere loro messaggi importanti. La strategia è utilizzata anche in Cina , dove la sensibilizzazione riguardo al rischio di contrarre l’AIDS è diventato un quiz online a premi. Ragazzi soddisfatti e consapevoli, famiglie sollevate dagli imbarazzi: il gaming online non è solo uno strumento di corruzione di menti malleabili.
Gaia Bottà