Per far progredire la PA serve una nuova narrazione, un nuovo modo di guardare alla “cosa pubblica” non come ad una “torre d’avorio o un’isola separata dal resto della società civile”, ma come a qualcosa che appartiene a tutti: “perché è mia, vostra, di ciascuno”. Firmato: Fabiana Dadone.
Così Fabiana Dadone, nome nuovo a capo del Ministero per la Pubblica Amministrazione, presenta il proprio mandato. Ed arriva immediata la strizzata d’occhio al dicastero per l’innovazione di Paola Pisano, poiché è quella la direzione presso cui si passerà se si vuol cambiare registro.
Lo sblocco completo del turn over ci consentirà a breve quello svecchiamento di cui la Pa ha bisogno per viaggiare verso il futuro. Ma il ringiovanimento è anche premessa essenziale di quella svolta digitale che, come detto, appare ormai irrinunciabile per creare una vera “smart nation”, completare il processo di definizione della “cittadinanza digitale” e così avvicinare i servizi alle persone, con un occhio di particolare riguardo ai diversamente abili.
Svecchiare la PA deve partire anzitutto dallo svecchiamento della forza lavoro, portando negli uffici statali maggiori competenze che solo un ricambio generazionale può apportare. A questo punto la PA potrà raccontare sé stessa come leva di vantaggio, invece che come inesorabile peso:
La semplificazione nel settore pubblico (per esempio, cancellando la duplicazione dei controlli) è essenziale per il rilancio della competitività del Paese: la Pa non deve essere percepita come nemica o un peso per chi produce. Anzi, uno Stato leggero e ben organizzato può offrire alle nostre aziende una infrastruttura imprescindibile per crescere bene.
Per tutto il resto c’è il Team per la Trasformazione Digitale, vero punto di riferimento in questo canale di contatto tra i due ministeri.