Lo scorso anno GitHub ha annunciato l’intenzione di salvare il codice sorgente di una frazione del software presente sulla propria piattaforma immagazzinandolo sotto i ghiacci dell’Artico. Un’iniziativa messa in campo come parte del cosiddetto Archive Program, ora giunta al termine come reso noto nel fine settimana da un post comparso sul blog ufficiale e firmato da Julia Metcalf, Director for Strategic Programs.
Arctic Code Vault: l’open source sotto il ghiaccio
Così facendo una sezione dell’immenso archivio open source del servizio rimarrà intatta anche nel caso in cui la civiltà dovesse collassare, messo al sicuro a beneficio delle future generazioni. Il completamento della missione si è registrato in data 8 luglio 2020, grazie alla collaborazione con il partner Piql che ha trasferito l’equivalente pari a 21 TB di dati su un totale di 186 bobine piqlFilm, una soluzione per lo storage basato su pellicole fotosensibili che possono essere lette da un computer così come dall’occhio umano tramite una semplice lente d’ingrandimento.
La roadmap fissata in un primo momento prevedeva un termine fissato in febbraio, ma la crisi sanitaria globale ha impedito al team di recarsi nell’arcipelago norvegese delle Isole Svalbard. Ora l’archivio si trova all’interno del cosiddetto Arctic Code Vault, una camera ospitata da una miniera di carbone in disuso. Per riconoscere a chi ha preso parte al progetto il giusto merito GitHub sta assegnando ai profili un badge speciale.
La stessa struttura ospita dati di Unicef, Arquivo Nacional (l’archivio nazionale brasiliano), Archivo General de la Nación (Messico), dell’emittente norvegese KDRS e della Biblioteca Apostolica Vaticana.