Giù le mascherine. Parola di Governo, forse. In molti Paesi l’indicazione sembra essere questa, sebbene non sempre la sola indicazione possa trasmettere il giusto messaggio e non sempre possa essere quindi ben compreso il significato della cosa. Non bisogna infatti soltanto basarsi su un banale “mascherina si / mascherina no”, perché se non si comprende il ragionamento che sta alle spalle di queste regole non le si potrà adottare nel migliore dei modi.
Quel che sta per accadere, infatti, è che al tempo stesso si ribadirà l’importanza fondamentale della mascherina, pur con l’indicazione parallela del fatto che – in alcuni determinati contesti – ne potremo fare a meno. Vediamo perché.
Luglio, via le mascherine
La logica è quella per cui una stagione vissuta all’aperto, con regolare distanziamento, sotto temperature e irraggiamento solare che favoriscono l’allentamento della pandemia, significa vivere in un contesto di sostanziale sicurezza. Tuttavia non sempre ci si trova in contesti ideali e ben regolarizzati: entrando in un bar, mettendosi in coda per un pagamento, cercando la via dei servizi igienici, con ogni probabilità si dovranno affrontare momenti di minor sicurezza e restare senza mascherine significherà aprire il fianco a possibili recrudescenze autunnali della curva pandemica.
La stagionalità gioca a nostro favore per i prossimi due mesi, così come l’accelerazione impressa nella distribuzione dei vaccini. I dubbi di quanti ancora non si vaccinano ed i comportamenti scorretti di chi non sa indossare una mascherina, invece, gettano nuovamente il pallino del gioco nelle mani del coronavirus, concedendogli nuove opportunità di espansione e nuove occasioni per ulteriori varianti. Ognuno di noi può fare la propria parte, insomma, in un gioco che mai come stavolta è di natura collettiva.
Giù le mascherine, dunque, ma andranno sempre e comunque portate appresso. Occorrerà infatti indossarle alla bisogna, nei momenti in cui distanze o contesto non possano garantire piena sicurezza. Se anche fosse per pochi minuti in una giornata, la mascherina dovrà essere un accessorio sempre a portata di mano: lo dice il buon senso, lo dice la logica, lo dirà presto anche un Governo che vorrebbe affrontare l’autunno lavorando sui rilanci e non sulle paure.
Ecco perché diventa importante ora scegliere le mascherine migliori per i mesi che verranno da qui a fine anno (periodo entro cui potrebbe restare in auge lo stato di emergenza nel nostro Paese): la decisione sarà presa dal Governo nelle prossime ore, ma la strada sembra ormai segnata. Non è una questione di “se”, ma di “da quando”.
Quali mascherine scegliere?
La caratteristica principale da verificare è che siano sigillate una ad una: questa caratteristica, infatti, consente di averne un paio sempre a portata di mano senza che debbano entrare in contatto con superfici contaminate rendendosi pertanto non solo inutili, ma addirittura controproducenti. La mascherina sotto il mento o portata al braccio non è certo la migliore delle soluzioni per la stagione entrante: l’igiene è annullata e l’efficacia è azzerata. Poterle avere in tasca, debitamente protette, significa invece essere pronti per l’utilizzo nel momento del bisogno.
Nella maggior parte dei contesti sarà sufficiente una mascherina chirurgica, ma una FFP2 potrebbe essere di maggior salvaguardia su mezzi pubblici o luoghi particolarmente affollati. Con un requisito a fare la differenza per un uso corretto: un involucro protettivo che garantisca l’integrità e l’igiene in assenza di utilizzo.
Opzioni simili, insomma:
- R Move: 100 mascherine chirurgiche in buste richiudibili da 10: 12,49 euro
- Kinbontop, 50 mascherine chirurgiche confezionate singolarmente: 7,99 euro
- Mascherine chirurgiche made in Italy, confezione da 100: 13,90 euro
- Mascherine FFP2 Sicura, confezione da 20: 19,95 euro (-41%)
- WottoCare FFP2, scatola da 20: 16,90 euro
Giù la mascherina, ma con prudenza e, soprattutto, con intelligenza.