Web – Voglio dare un consiglio (ovviamente non richiesto) a tutti coloro che lavorano nella New Economy: non ditelo in giro. Se non volete trovarvi assediati, non ditelo in giro. Dite piuttosto che fate qualsiasi altro lavoro: chessò, l’ingegnere, l’avvocato, il pianista in una casa chiusa. Ma non dite mai che lavorate nella New Economy.
Le conseguenze per la vostra vita privata e per i vostri nervi potrebbero essere disastrose. Infatti, dato che sono in pochi quelli a capire qualcosa di Internet e di informatica ma sono tanti quelli che hanno fame di imparare e di essere sul Web, vi ritroverete assediati da amici e conoscenti che vi inonderanno delle richieste più disparate.
Per loro non ha nessuna importanza che voi svolgiate mansioni redazionali o tecniche, che voi siate impiegati nel marketing o che siate degli ingegneri: loro fanno di tutta l’erba un fascio e poi se la fumano. E iniziano a farvi le domande più allucinate ed allucinanti.
Preparatevi, perciò, se si sa in giro che lavorate nella New Economy, a dover risolvere i problemi di chi vi chiede come mai se gli hanno detto che il server era giù, lui non ha sentito suonare nessuno al citofono. Preparatevi a dovere spiegare ad un amico che aprire una nuova finestra non è violazione della legge edilizia e che comprare un dominio non è una nuova tecnica di colonizzazione (a meno di non essere Nichi Grauso… ciao Nichi dalla redazione di Giuda).
Preparatevi a dover esaudire le richieste di chi vorrà fare un sito in quattro e quattr’otto a costo zero perché è convinto che immediatamente riceverà milioni di visite e diventerà famoso.
Siate pronti anche a risolvere tutti i problemi possibili e immaginabili su Office, da come aggiungere la data e il numero della pagina a come creare un nuovo stile; tutto questo, ovviamente, telefonicamente.
Ma soprattutto rassegnatevi: vostra madre, la maggior parte delle volte, non riuscirà a pronunciare il nome della società per cui lavorate. Né riuscirà capire cosa fate esattamente: vi toccherà spiegarglielo (anche alle sue amiche, in genere, curiose) ogni volta che la incontrerete.
Dopo ogni sforzo possibile di comunicazione, dovrete sentirla riassumere brutalmente: “Vabbè ho capito, lavori con il computer”.
Voi – frustrati e sull’orlo di una crisi di nervi – non potrete che rispondere che in effetti è così. E lei come chiosa vi dirà: “Mi raccomando figlio mio, vai un po ‘ in palestra che stare tutto il giorno davanti alla televisione fa male”.
Porca miseria mamma, si chiama monitor, non televisione.
Almeno questo…