In una recente sentenza, il giudice federale James Donato ha emesso un’ingiunzione permanente contro Google, obbligando il colosso tecnologico a consentire la presenza di app store di terze parti sui dispositivi Android.
Questa decisione arriva dopo tre anni di battaglia legale tra Epic Games e Google, con la giuria che ha stabilito che Big G non solo detiene il monopolio del rilascio di applicazioni per il suo sistema operativo, ma ha anche cercato illegalmente di mantenerlo attraverso pratiche anticoncorrenziali.
Google deve consentire app store di terze parti su Android
L’ingiunzione, che entrerà in vigore a novembre, impone a Google una serie di restrizioni. Per i prossimi tre anni, l’azienda non potrà offrire incentivi finanziari ad aziende o sviluppatori per lanciare le loro applicazioni in esclusiva o in anteprima sul Google Play Store. Inoltre, non potrà pagare le aziende per evitare la concorrenza con il Play Store o i produttori di dispositivi per preinstallare Google Play sui nuovi dispositivi.
Una delle condizioni chiave dell’ingiunzione è che Google dovrà consentire la disponibilità di app store di terze parti sul Google Play Store. I negozi alternativi dovranno avere accesso a tutte le applicazioni presenti sul Play Store, per favorire una maggiore concorrenza nel mercato delle app per Android. Questa decisione potrebbe anche portare al lancio di una versione nativa per Android del negozio mobile di giochi di Microsoft, a lungo rimandato.
Google pronta a presentare ricorso
Per garantire il rispetto della sentenza, Google ed Epic Games dovranno collaborare per formare un comitato di tre persone. Questo gruppo avrà il compito di esaminare le questioni relative alla conformità di Google alle nuove disposizioni. Al momento, in risposta alla sentenza, Google ha dichiarato che presenterà ricorso e chiederà ai tribunali di sospendere le modifiche ordinate, sostenendo che queste ultime “comprometterebbero la capacità di Android di competere con iOS di Apple”.