Roma – Con sorpresa abbiamo appreso che nelle scorse ore il Garante per la Privacy Stefano Rodotà ha nuovamente messo in guardia dalle enormi banche dati gestite dagli operatori telefonici. Con sorpresa, un po’ perché di questi tempi la privacy è argomento che interessa solo pochi battaglieri militanti, un po’ perché le osservazioni del Garante si erano già sentite ed erano già cadute nel vuoto almeno una volta.
Rodotà ha tuonato prendendosela con i 300 miliardi di informazioni personali che si trovano nei database degli operatori. “Queste banche dati – ha detto – per quanto siano controllate sono banche dati estremamente rischiose. Il rischio è in primo luogo di creare una rete di informazioni sui cittadini sproporzionata, perché attraverso i dati sul traffico telefonico è possibile ricostruire la rete dei rapporti personali, sociali, economici, di ciascuno di noi”.
Soluzioni proposte? Nessuna.
In un periodo nel quale in Parlamento molti spingono perché sia resa obbligatoria per molti anni la conservazione dei dati sul traffico internet da parte dei provider, in un momento storico in cui la privacy viene vista come un ostacolo alla lotta contro il terrorismo, la voce di Rodotà allieta i cuori di chi tiene alla propria riservatezza.
Poco importa se Rodotà se l’è presa anche contro quelle occasioni in cui proprio in nome della lotta al terrorismo si catturano dati sui cittadini, con magari il solo scopo di segnalare violazioni di copyright o profilare un utente da bersagliare di pubblicità. Poco importa perché, come si è visto in passato, le parole di Rodotà domani già saranno dimenticate.
Non so se è una questione di normativa insufficiente o di poteri inadeguati del Garante: quel che mi sembra ormai evidente è che l’unico modo che abbiamo per cambiare rotta sulla privacy è quello di un forte e diffuso interessamento all’inviolabilità dei propri dati personali, alla sacralità della propria vita privata e della propria libertà.
Ma – visto l’andazzo – direi senz’altro di occuparci d’altro e lasciar perdere questo tema ormai così fuori moda. Parliamo magari dei nuovi telefonini per giocare.