Tre giovani hacker si sono introdotti nel sito dell’Invalsi e hanno prima sostituito la home page con una immagine pornografica e poi tentato di acquisire i test preparati per l’esame di ieri di terza media . La Polizia Postale ha individuato l’intrusione e sembra essere risalita ai responsabili: le tracce porterebbero a tre persone della provincia di Genova, Treviso e Udine.
Si tratterebbe di due minorenni ed uno studente ventenne di ingegneria informatica che avrebbero tentato l’eroica impresa come una sfida nella notte tra il 12 ed il 13 giugno: ci sono riusciti trovando una falla nel sistema di sicurezza del sito che gli ha permesso di attribuirsi credenziali di amministratore. Questo gli ha dato il controllo della home page permettendogli di occuparla con un defacement a tema pornografico.
La Polizia Postale, allertata dal MIUR, ha prima individuato il più esperto del gruppo, un ragazzo genovese conosciuto con la firma Ulixes: ha rivendicato il gesto sulla propria pagina Facebook riportando la stringa del sito Invalsi e dalle sue conversazioni intercettate i poliziotti sono arrivati agli indirizzi iP degli altri coinvolti. I tre, dunque, sono stati denunciati per accesso abusivo a sistema informatico e danneggiamento di informazioni dati e programmi informatici : nell’operazione sono stati sottoposti a sequestro numerosi computer ed altri dispositivi.
Non è del tutto chiaro se i tre siano riusciti nella seducente impresa di ottenere le tracce dell’esame in anticipo, il sogno di qualsiasi studente: in ogni caso non sono stati gli unici a favoleggiare di tale opportunità nella proverbiale “notte prima degli esami”. Online sono corse come al solito veloci le voci su chi potesse ottenere per primo i fatidici titoli: quest’anno protagonista indiscusso è stato il sito ScuolaZoo , al centro di una curiosa vicenda che vorrebbe i suoi responsabili denunciati per aver diffuso anzitempo le tracce e le relative soluzioni.
La notizia ha ottenuto tale credibilità da essere anche legata ironicamente al down di un’ora di Facebook di ieri, collegato da alcuni ai troppi studenti connessi alla ricerca di tracce e soluzioni, e da altri – più nel dettaglio – alla diffusione delle stesse da parte di ScuolaZoo.
I due giovani titolari della piattaforma dedicata agli studenti, Paolo De Nadai e Francesco Fusetti Nazari, hanno prontamente smentito la denuncia specificando che la Polizia Postale si è limitata a chiedere di mettere offline un articolo relativo ad un’App di messaggistica istantanea che poteva essere utilizzato per fotografare le prove d’esame ed avere delle risposte . Per il Tribunale di Milano, che ha disposto il sequestro preventivo, una possibile istigazione a delinquere.
Claudio Tamburrino