Roma – C’è molta preoccupazione tra i provider rappresentati da AIIP per le richieste che Telecom Italia ha espresso all’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in occasione della presentazione dei propri impegni relativi ad Open Access. Il rischio – secondo l’associazione – è che il quadro regolatorio italiano, anziché progredire, faccia drammaticamente dietro-front, a scapito della competitività e a tutto svantaggio di operatori e utenti.
“È indispensabile che non si torni indietro di anni nella regolamentazione – considera AIIP – come pare Telecom Italia abbia suggerito ad AGCOM, chiedendo di eliminare gli attuali obblighi di fornire l’offerta all’ingrosso Bitstream su tutto il territorio nazionale, nonché di non sottostare più ai controlli di replicabilità ex ante per le proprie offerte al dettaglio relative ai servizi a larga banda. Anzi, AIIP ritiene fondamentale che tali obblighi non solo rimangano in essere, ma che siano estesi anche alla futura NGN che pare essere addirittura esclusa da Open Access”.
Marco Fiorentino, presidente di AIIP, spiega: “Riteniamo impensabile rinnegare anni di regolamentazione dell’offerta Bitstream a fronte dell’impegno di garantire la parità di accesso alla rete che Telecom avrebbe dovuto già assicurare. Un tale passo indietro sarebbe ancor più ingiustificato a fronte della quota di mercato di Telecom Italia nella larga banda, che non ha pari nei maggiori paesi europei, ed anacronistico, in un paese che, a differenza dell’Inghilterra, non ha una rete capillare di TV via cavo. Ma soprattutto riteniamo che non si possa arretrare la regolamentazione wholesale a fronte di impegni di Telecom Italia volti a garantire la parità di trattamento e la non discriminazione, cosa che peraltro implica l’ammissione della stessa Telecom Italia di un comportamento non ottemperante alle regole stabilite da AGCOM”.
E non è tutto: AIIP sottolinea inoltre l’apparente non inclusione della NGN in Open Access, evidenziando come i maggiori enti regolamentari europei riconoscano per la NGN, ancor più che per l’attuale rete, la necessità di un’offerta Bitstream. “Infatti questi enti – evidenzia l’associazione – ritengono che la NGN sia un monopolio naturale, in altre parole che in ogni zona vi sarà una sola NGN, per cui diventa ancora più imperativo che chi realizza la NGN sia separato da chi offra servizi, e che questi ultimi abbiano accesso alla rete a alle medesime condizioni di chi realizza le rete”. Su questo tema AIIP auspica che le istituzioni riconoscano la necessità di regolare la NGN come qualsiasi altra utility, cioè garantendo un congruo ritorno di capitale in modo da attrarre i necessari investimenti, ed allo stesso tempo stabilendo già da adesso l’obbligo di accesso Bitstream a condizioni fattivamente concorrenziali per tutti i fornitori di servizi, a prezzi determinati proprio sulla base dei ritorno al capitale, senza cedere ad alcuna richiesta di sconto regolatorio.
“Se Telecom Italia ritenesse lo sconto regolatorio irrinunciabile – conclude l’associazione – vi sarebbero sicuramente altri investitori pronti a fornire i capitali per la NGN a fronte di un ritorno al capitale assicurato senza condizionare gli investimenti ad alcun sconto regolatorio”.