Una black box in grado di comunicare con le automobili ed avvertire in tempo reale della presenza di semafori o cartelli di stop: questo il concept ideato da Ford per contribuire a rendere più sicura la guida. Se sviluppato con successo, il sistema sarà adottato da altre case costruttrici. Un sistema innovativo di cui non si conoscono i costi, un sistema che richiede costante aggiornamento e una mappatura globale della segnaletica stradale.
Il sistema di sicurezza è essenzialmente composto da due unità: una sorta di scatola nera posizionata vicino al semaforo e un dispositivo di ricezione del segnale montato sul veicolo. La black box cela un vero e proprio computer dotato di sensori per il controllo del traffico, segnale radio WiFi e mappe precaricate. Con l’avvicinarsi dell’auto al semaforo, il dispositivo si connette automaticamente al sistema di navigazione dell’auto, trasmettendo una sezione della mappa ed aggiornando il guidatore sullo stato delle luci e sul tempo che manca all’accensione del verde o del rosso. Qualora la velocità fosse troppo elevata o non vi fosse abbastanza tempo per passare col giallo, in meno di un secondo l’impianto fornirebbe un segnale visivo ed uno audio per richiamare l’attenzione del guidatore. I led sulla plancia di comando dell’auto inizierebbero a pulsare ed una voce informerebbe il guidatore con le parole “stop sign”, segnale di stop, o “stop light”, semaforo.
“Rendere gli incroci più sicuri è di assoluta priorità per ridurre gli incidenti e i decessi a loro connessi” ha dichiarato Priya Prasad, capo del settore sicurezza di Ford. “Le ricerche mostrano che il 40% di tutti gli incidenti ed il 20% di tutte le fatalità a questi connesse sono concentrati proprio negli incroci, ed il numero è destinato a salire con l’aumentare in termini di dimensioni e di popolazione dei centri urbani” ha aggiunto.
A supportare la ricerca è stata costituita una vera e propria partnership chiamata Crash Avoidance Metrics Partnership, impegnata a creare standard di sicurezza per le nuove tecnologie e le nuove automobili. Sino ad ora conta aziende leader nel settore auto come General Motors , Toyota , Honda , Daimler e la già citata Ford nel ruolo di pioniere: i dati ricavati dai test saranno messi a disposizione delle altre partecipanti alla joint venture per permettere di condividere e diffondere la nuova risorsa. Va sottolineato che un ruolo definitivo nella vicenda spetta alle agenzie governative: se non vi saranno fondi ed un supporto adeguato per produrre ed installare le apparecchiature necessarie, tutto quanto è già in corso di realizzazione risulterà vano. In via sperimentale sono già state montate due black box negli USA, ma il lavoro da fare è tanto: i semafori e gli incroci sulla rete stradale statunitense sono innumerevoli e la tecnologia in progetto potrebbe rivelarsi costosa. Il condizionale è d’obbligo, dal momento che sino ad ora non è trapelato nulla riguardo ai costi e ai tempi di realizzazione.
Gli ideatori ed i promotori minimizzano, sostenendo che a fronte di una spesa anche cospicua, i risultati porterebbero notevoli risparmi di tempo e denaro. “Molte delle nuove tecnologie sono costosissime e forniscono minimi benefici” annuncia Gary Piotrowicz, direttore per la sicurezza del traffico dell’Oakland County Road Commission. “Gli incroci intelligenti sono diversi. Non solo mi aspetto che salvino numerose vite, ma che permettano anche di risparmiare benzina e tempo spesi nel traffico poiché più del 50% degli ingorghi è dovuto alla presenza di incidenti stradali”. Gli fa eco Gary Strumolo, dirigente Ford: “A differenza di altri sistemi di sicurezza in via di realizzazione da Ford, e che prevedono l’uso combinato di radar e telecamere, questo si affida a tecnologie WiFi, più economiche e più diffuse sul mercato. Stiamo parlando davvero di sicurezza per tutti, sicurezza per le masse. Ecco il motivo per cui siamo tutti molto entusiasti riguardo a questa nuova tecnologia”.
La vera innovazione è al momento una remota possibilità: il dispositivo sarebbe già in grado di agire sull’impianto di frenata del veicolo, riducendo la velocità fino ad arrestare completamente l’auto. La funzione non verrà però implementata in tempi brevi poiché Ford ritiene che si tratti di un sistema di sicurezza troppo invasivo, che difficilmente incontrerebbe l’approvazione degli utenti. Punti di vista. Qualcosa di simile lo si può sfruttare già oggi mediante i più comuni navigatori satellitari in commercio: è possibile inserire degli elenchi di POI, punti di interesse, e gestirli in modo che il software emetta un segnale acustico in prossimità di un punto critico come potrebbe essere un semaforo. Ciò che propone Ford è però un concetto più ampio, una vera e propria interazione tra auto ed ambiente circostante, un primo passo concreto verso la rivoluzione delle auto che qualcuno ipotizza in un futuro non troppo lontano.
Vincenzo Gentile