“Scriviamo in merito ad una problematica in cui siamo involontariamente incorsi quando abbiamo deciso, causa un degrado del servizio arrivato a livelli inaccettabili nonostante anni di fedeltà, di trasferire il nostro dominio da un hoster italiano (di cui non facciamo il nome per correttezza) acquistando un dominio presso un provider americano, scelto più per le caratteristiche tecniche e il livello dei servizi garantiti che per il prezzo (in cui sicuramente alcuni hoster italiani non hanno rivali).
Dopo un lungo lavoro di porting del nostro sito e il trasferimento di forum e community nel nuovo server abbiamo scoperto che alcuni utenti non erano in grado di vedere il nostro nuovo sito. In seguito ad approfonditi test e dettagliate analisi siamo arrivati alla sconcertante conclusione che il nostro IP (comprato dedicato e a caro prezzo appositamente per evitare problemi di DNS o simili) non è visibile dagli utenti che utilizzano Libero/Wind/Interfree (con le attuali multinazionali dai mille volti non sapremmo bene identificare proprietaria e controllate). Abbiamo scoperto che non è un problema di DNS (la traduzione dominio-ip avviene correttamente) ma proprio un blocco del nostro IP.
Non escludiamo che da tale indirizzo (che noi abbiamo acquisito solo all’inizio di questo anno) possano essere partite attività illegali tali da costringere detti provider a bannarne l’IP ma ci chiediamo se siano state ponderate anche le conseguenze di una tale azione. Strano è, infatti, che nessun altro provider abbia questo blocco.
Purtroppo il provider in questione non è facilmente raggiungibile dato che noi non siamo clienti diretti e le uniche vie di comunicazione sono attraverso il loro help desk riservato ai clienti (sul sito non è presente nessun altro indirizzo email o numero telefonico).
I nostri utenti stanno riportando la questione al supporto, ma non stanno ricevendo nessuna risposta concreta nonostante siano stati informati correttamente del problema. Ci chiediamo a questo punto cosa possono fare dei privati cittadini proprietari di un dominio in dette condizioni per continuare la loro attività non profit per passione.
Distinti saluti,
Cecilia e Fabrizio ”
Quanto riportate è purtroppo solo uno degli infiniti episodi in cui il traffico di rete viene bloccato, configurando una forma di censura che, essendo legata a fenomeni limitati e spesso poco conosciuti, sfugge all’attenzione dei media e rimane perlopiù irrisolto, aggravandosi ed estendendosi col tempo.
Basta girare in rete per rendersi conto della enorme quantità di traffico che viene di fatto sequestrato, in quanto l’utente che lo genera non è libero di utilizzare appieno la rete. Spesso le ragioni sono legate a sistemi antispam poco aggiornati o mal configurati, o ancora ad errori di configurazione dei sistemi di routing di questo o quel provider, individuarne la causa non è sempre facile ed è certo che un’indagine che abbia un senso dovrebbe partire proprio dal vostro fornitore di hosting.
Occorre sollecitarlo, anche per iscritto, minacciando di rescindere il contratto e transitare altrove (per quanto ciò possa essere “doloroso” sotto il profilo operativo).
In bocca al lupo, teneteci informati,
Alberigo Massucci