Troppi mp3 in giro, troppi rischi per il diritto d’autore. Questa, in sintesi, la posizione di Warner Music sull’ultima creatura del vulcanico Michael Robertson , AnywhereCD , e-store la cui politica di vendita proprio non va giù ai legali dell’azienda.
AnywhereCD, ultima creatura del fondatore dello storico MP3.com e dell’impresa Lindows / Linspire , permette di scaricare gli album musicali nel formato libero per eccellenza , e vanta un catalogo di stelle del calibro di Green Day, Rolling Stones, Prince, Metallica, Madonna e via di questo passo. I brani sono codificati con un bitrate di 192 kbps “o meglio”, e non è previsto il download di singoli pezzi.
Il costo per album risulta generalmente alto, sottolinea ars technica , dai 12,95 ai 19,95 dollari. Il sovrapprezzo da sborsare rispetto all’acquisto su iTunes – dove bastano di solito 9,99 dollari – viene giustificato dal fatto che la musica è priva di restrizioni , al contrario di quella scaricata da iTunes, che, a parte il catalogo EMI, continua a vendere brani protetti con DRM.
Il nuovo servizio è stato lanciato giusto due settimane dopo l’annuncio dell’ accordo tra EMI ed Apple , e Robertson ha dichiarato di aver contattato le major per promuovere il messaggio di AnywhereCD, ovvero offrire MP3 per far aumentare le vendite . Ma a quanto pare, almeno nel caso di Warner Music Group, il suo tentativo non è stato molto convincente: l’etichetta ha chiesto la cessazione immediata della distribuzione degli artisti scritturati, sostenendo che l’attuale modello di vendita è una flagrante violazione degli accordi sottoscritti con lo store.
La posizione di Warner sulla questione è in realtà più complessa di così, poiché nonostante il fermo diniego della vendita di MP3 “puri”, la major si è detta favorevole alla distribuzione, in contemporanea per ogni album, del CD-Audio assieme alla possibilità di scaricare i brani in formato digitale . È l’opzione più utilizzata per l’acquisto su AnywhereCD, e pare all’etichetta un buon punto di compromesso tra l’abbandono totale del tradizionale medium musicale e quello che, con tutta l’evidenza del caso, le appare ancora come un salto nel vuoto della musica copiabile senza restrizioni da parte degli utenti.
Alfonso Maruccia