Al contrario di Seagate , che sembra ormai in procinto di lanciare i suoi preannunciati dischi a stato solido (SSD), Western Digital nega ancora ogni interesse verso il business dei driver flash. Quella del colosso americano non è però una chiusura a priori: l’azienda si dice più che disposta ad abbracciare i dischi flash, ma solo quando questi dimostreranno di essere qualcosa più di un costoso e ancora immaturo prodotto di nicchia.
“WD entra su mercati che esistono e annuncia prodotti effettivamente disponibili”, ha dichiarato tagliente Richard Rutledge, senior vice president of marketing di WD. “L’espansione del nostro portafoglio prodotti segue un approccio controllato, metodico, sequenziale e incrementale, fondato su un modello di business solido alla costante ricerca delle migliori opportunità”. Opportunità che, secondo WD, gli SSD ancora non offrono: questo perlomeno negli ambiti che più interessano WD, come quello enterprise.
Il settore enterprise è del resto quello in cui dovrebbero debuttare, nel corso del prossimo anno, i primi modelli di SSD targati Seagate. Questi drive impiegheranno chip flash con tecnologia mista, SLC (Single-Level Cell) e MLC (Multi-Level Cell), così da raggiungere un buon compromesso tra performance e costo per gigabyte. Oltre a ciò, utilizzeranno algoritmi di wear levelling per allungare il più possibile la longevità delle celle di memoria.
“Quando il costo per gigabyte scenderà a 10 centesimi, gli SSD diverranno soluzioni interessanti anche per il settore consumer. Ciò potrebbe accadere nell’arco di tre o quattro anni”, ha commentato la scorsa primavera Krishna Chander, senior analyst di iSuppli .
Rutledge sembra essere sostanzialmente d’accordo con questa opinione, ma ritiene che in questo arco di tempo gli SSD debbano anche migliorare la propria longevità – oggi inferiore a quella di un tipico hard disk di classe enterprise – e le performance in scrittura, che attualmente sono spesso limitate da controller poco efficienti e file system non ottimizzati per le memorie flash.