Il Presidente americano Bush la scorsa settimana ha siglato l’avvio di un controverso programma di sorveglianza satellitare, nonostante le crescenti preoccupazioni locali sotto il profilo della privacy e quello della legittimità stessa del provvedimento.
Il programma – spiega Truthout – consiste nel fornire ai funzionari federali, statali e locali un accesso molto avanzato a riprese video e fotografiche eseguite da satelliti spia . Lo scopo dichiarato esclude le intercettazioni vere e proprie e dovrebbe limitarsi ad offrire assistenza per le emergenze ed altre circostanze di sicurezza locale, come l’individuazione di zone o confini soggetti ad attacchi terroristici.
Al provvedimento ha fatto seguito un documento di 60 pagine, prodotto dal Government Accountability Office , non classificato ma considerato “sensibile” e non ancora reso pubblico, di cui alcune anonime fonti avrebbero preso visione. In sostanza il documento lamenterebbe “l’assenza di assicurazioni acciocché (nella circostanza, ndr) il National Applications Office rispetti le leggi, la privacy e gli standard sulle libertà civili”.
Concerns arise , le preoccupazioni salgono: in un piccato articolo, Ars Technica esamina i molteplici aspetti della vicenda e si chiede, in ciascuno di essi, dove possano ravvisarsi eventuali inosservanze della legge in vigore a tutela della cittadinanza e della sua privacy.
Gran parte di queste preoccupazioni, anche stando alle cronache locali, sarebbero effettivamente condivise dal Government Accountability Office, il braccio investigativo del Congresso: un’analisi a cui il Wall Street Journal avrebbe avuto accesso evidenzierebbe che secondo il National Applications Office non vi sia “assicurazione che operi secondo le leggi, la privacy e i principi di libertà civile”. Un’ulteriore testimonianza, dunque, di quanto riferito sul tema da altre fonti.
Presumibilmente – conclude Ars – i satelliti per uso intelligence hanno prestazioni e caratteristiche talmente invasive da stare ben al di sotto degli standard di qualsiasi regola a tutela della privacy. Ma, pur ipotizzando una “normale” ripresa di immagini, si avrebbe a che fare con l’elevatissimo grado di precisione e risoluzione di un sistema, secondo alcuni, ritenuto capace di leggere il testo su un foglio tenuto in mano da una persona, e ciò rende la vicenda ben più invasiva di un “semplice” ordine di spionaggio aereo.
Pur nell’inevitabile constatazione di un diverso atteggiamento dell’opinione pubblica, a seconda se si parli di Echelon o di Carnivore , emerge dalla vicenda un terremoto dal forte sapore politico, più che tecnologico. Tim Sparapani, consigliere senior dell’ Unione Americana per le Libertà Civili , si lascia andare: “Vista (l’attuale, ndr) amministrazione, dateci fiducia (è una frase che, ndr) semplicemente non funziona più”.
Marco Valerio Principato