Roma – No, il carrier di telefonia mobile Batelco è bene che almeno per il momento si tenga alla larga dall’Iraq, paese privo di infrastrutture di telecomunicazione che non ha tutto questo bisogno, evidentemente, dei servizi che la società originaria del Bahrein ha messo a disposizione nel centro e nel sud del paese.
A due giorni dall’ inattesa attivazione dei suoi servizi, Batelco si è vista recapitare una lettera ufficiale dai funzionari americani che governano l’Iraq, nella quale si invitava l’azienda a cessare immediatamente i propri servizi.
Secondo le autorità statunitensi, Batelco avrebbe avuto bisogno di una licenza per operare, licenza che in questo momento non può essere concessa perché devono ancora esserne determinate le modalità.
Batelco a questo punto incrocia le dita, sottolineando non solo di aver speso cinque milioni di dollari per sviluppare le proprie infrastrutture ma ricordando anche che sta fornendo servizio gratuito alle forze dell’ordine, a quelle di emergenza e della sanità che operano nelle città irachene.
Alcune voci riportate da Reuters sostengono che la lettera non è arrivata solo a Batelco ma anche ad un paio di altre aziende i cui servizi interferirebbero con quelli forniti dall’americana MCI , operatore che supporta le comunicazioni del governatorato americano a Bagdad. La situazione è molto confusa e c’è qualcuno che sospetta che dietro la mossa contro Batelco e soci vi sarebbe il tentativo di stabilire per l’Iraq uno standard di telefonia mobile diverso dal GSM, attualmente il più utilizzato nella regione.