Washington (USA) – Ci sono voluti più di due mesi all’ FBI e alle agenzie speciali del Pentagono per capire che fine avesse fatto un portatile che conteneva i dati riservati e personali di 16mila veterani.
Il laptop era stato rubato, secondo gli inquirenti, da un 21enne, Adbullah-Raheem, dipendente di un’azienda che esegue alcune commesse per conto del Dipartimento per i Veteran Affairs di Washington.
L’uomo è ora accusato di furto ma, pare, solo di quello: non avrebbe avuto infatti uno scopo specifico nell’acquisire quei dati che ora vengono analizzati, per capire se qualcuno vi ha acceduto e se, quindi, sono stati “compromessi”.
Piuttosto compromessa, invece, appare la reputazione delle istituzioni americane, da lunghi mesi tormentate da una impressionante sequela di furti di dati che, secondo qualcuno, “servono” a far maturare nuove leggi di pubblica sicurezza. Ma sono solo illazioni, naturalmente.