Roma – Dopo il pugno alla stomaco incassato pochi giorni fa in Europa, la sorte sembra tornare a sorridere a Rambus . La nota società americana che progetta tecnologie di memoria ha infatti portato a casa un’importantissima vittoria nei confronti della Federal Trade Commission ( FTC ), la Commissione federale americana per il commercio che lo scorso anno avviò un processo contro Rambus .
Secondo il giudice americano Stephen J. McGuire, le prove fornite dalla Commissione non sono sufficienti per dimostrare che Rambus abbia agito contro la concorrenza e i consumatori.
Come noto, l’FTC aveva accusato Rambus di violare le leggi antitrust attraverso azioni di concorrenza sleale mirate a danneggiare il JEDEC , il consorzio di produttori che sviluppa e promuove lo standard di memoria SDRAM.
Secondo l’FTC, fra il 1992 e il 1995 Rambus avrebbe deliberatamente commesso una serie di azioni e pratiche anticompetitive che sono servite per truffare una grande organizzazione industriale di standardizzazione, con effetti dannosi per la competizione e i consumatori. Oltre a questo, Rambus avrebbe colpevolmente ridotto la produzione di memorie SDRAM, disincentivato i produttori dal fabbricare questo tipo di memorie, scoraggiato le aziende a partecipare al JEDEC e incrinato la fiducia dell’industria delle memorie verso gli standard.
Ora che queste accuse sono state messe da parte, Rambus potrà, almeno negli USA, avere gioco più facile nel reclamare le royalty relative ad suo brevetto che, stando a quello che dice, si trova alla base della tecnologia di memoria SDRAM. Proprio negli Stati Uniti Rambus ha già vinto, lo scorso anno, un processo d’appello contro Infineon, uno dei maggiori produttori di memorie al mondo. Rambus sta portando avanti cause legali anche nei confronti di altri grossi membri del JEDEC, fra cui Micron e Hynix.