Dal 1 gennaio 2024 è in vigore la Global Minimum Tax. La tassa minima globale è stata introdotta in Europa a fine 2022 dalla direttiva che attua la riforma fiscale concordata ad ottobre 2021 da oltre 140 paesi appartenenti all’OCSE. Le multinazionali dovranno pagare almeno il 15% delle entrate annuali.
Aumento delle entrate fiscali di 220 miliardi di dollari
La riforma sottoscritta da 145 paesi prevede due pilastri. Il primo stabilisce la parziale ridistribuzione dei diritti di imposizione, mentre il secondo è quello che introduce la tassa minima globale. Si applica alle aziende nazionali e internazionali (società madre o controllate) con entrate superiori a 750 milioni di euro all’anno.
L’obiettivo è applicare l’aliquota minima del 15% per evitare la “corsa al ribasso”, ovvero l’introduzione di agevolazioni fiscali per convincere una multinazionale a stabilire la sede in un determinato paese. Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Svizzera hanno finora applicato un’aliquota sul reddito delle società pari al 5,5%. I 27 paesi membri dell’UE hanno già adottato la riforma fiscale.
Se una controllata non è soggetta all’aliquota effettiva minima in un paese estero in cui ha sede, lo Stato membro della società madre applica anche un’imposta integrativa su quest’ultima. La direttiva garantisce inoltre un’imposizione effettiva nel caso in cui la società madre sia situata al di fuori dell’UE in un paese a bassa imposizione che non applica norme equivalenti.
Oltre che in Europa, la Global Minimum Tax è in vigore anche in Australia, Norvegia, Regno Unito, Corea del Sud, Canada e Giappone. La tassa minima globale non è stata ancora introdotta in Cina e Stati Uniti. Secondo l’OCSE, le entrate fiscali annuali dovrebbero aumentare del 9%, ovvero di circa 220 miliardi di dollari.