A pochi mesi dalla sua nascita, avvenuta dallo spin-off della divisione manufatturiera di AMD, Globalfoundries ha già trovato il suo primo cliente “esterno”: si tratta della società italo-francese STMicroelectronics .
Con i suoi quasi 10 miliardi di dollari di fatturato annuo, più del doppio di quello di Nvidia, STMicro è oggi una delle più grandi aziende di microchip al mondo: per la precisione la quinta dietro a Intel, Samsung, Toshiba e Texas Instruments. Questo la rende un “primo cliente” di estrema importanza per Globalfoundries, soprattutto nella prospettiva di ampliare il proprio giro d’affari e ottenere così una maggiore indipendenza economica da AMD.
“Il contratto di outsourcing firmato con STMicro è un primo successo per Globalfoundries”, si legge in questo articolo di EETimes Europe . “È da notare il fatto che l’azienda sia riuscita da attrarre a sé uno dei principali player del settore semiconduttori in tempi più brevi del previsto”.
L’accordo pluriennale, di cui non sono noti i dettagli finanziari, prevede che Globalfoundries produca per conto di STMicro prodotti basati sulla propria tecnologia di processo a 40 nanometri Low Power. Le due partner non hanno specificato di quali prodotti si tratta, limitandosi a dire che questi saranno prevalentemente indirizzati ai settori wireless e consumer, e che contribuiranno ad incrementare l’autonomia dei dispositivi mobili.
Come molti altri produttori di chip, tra i quali Nvidia e AMD, anche STMicro sta progressivamente convertendosi in una azienda fabless , ossia priva di fabbriche: questo processo è già iniziato da qualche anno con l’ outsourcing di parte della sua produzione di chip CMOS a società come Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) e United Microelectronics Corp (UMC), entrambe taiwanesi.
Globalfoundries rappresenta una sorta di interessante anomalia del panorama delle società che producono chip per conto terzi: a differenza di tutti i suoi più diretti rivali, che hanno sede a Taiwan o in altre parti dell’Asia, quest’azienda ha il proprio quartier generale in California e le proprie fabbriche in Europa (seppure stia costruendo un impianto anche a New York). Il fatto che Globalfoundries fabbricherà i chip di STMicro, con sede in Svizzera, presso la propria Fab di Dresda, in Germania, potrebbe avere avuto una certa influenza sulla scelta di STMicro: secondo Bob Johnson , analista di Gartner, la vicinanza geografica facilita la comunicazione tra le due aziende.
Ma non è solo questo il motivo che potrebbe aver spinto STMicro a scegliere una fabbrica europea. Come spiegato da EETimes , due anni fa Joseph Borel, ex vice presidente della ricerca e sviluppo di STMicro, illustrò al governo francese i rischi economici legati all’outsourcing, da parte dei maggiori produttori di chip europei, della fabbricazione dei semiconduttori a società asiatiche. Borel proponeva il consolidamento delle produzioni di STMicro, NXP e Infineon in una nuova fabbrica europea. Quella proposta non trovò terreno fertile, ma secondo EETimes potrebbe aver influenzato la decisione di Carlo Bozotti, CEO di STMicro, di legarsi a Globalfoundries. Decisione che, secondo alcuni analisti, può eventualmente guidare anche le future scelte di Infinenon e NXP: in tal caso Globalfoundries diverrebbe un’entità capace di realizzare, almeno in parte (l’utilizzo di fabbriche e manodopera europea), quanto auspicato da Borel nel 2007.
Ma le ambizioni di Globalfoundries trascendono i confini geografici: il suo obiettivo, infatti, è quello di diventare la seconda fonderia al mondo dopo TSMC. Un traguardo che conta di raggiungere grazie soprattutto alle avanzate tecnologie di produzione dei chip ereditate da AMD e co-sviluppate insieme a IBM.
Alessandro Del Rosso