Mountain View (USA) – Nuovi guai per Gmail , il sistemone pensato da Google per offrire ai propri utenti mailbox gratuite da un gigabyte. Nelle scorse ore, infatti, si sono addensate sul quartier generale dell’azienda le nuvole grigie di una possibile causa per violazione di marchio commerciale .
In particolare, la società britannica The Market Age ha dichiarato di possedere il trademark sul termine “Gmail” e di essere pronta a ricorrere al tribunale per difenderlo. Una dichiarazione che ha già spinto in alto i titoli dell’azienda.
L’azienda utilizza quel marchio per definire un servizio di ricerca che rientra nell’insieme dei suoi servizi Pronet Analytics , piattaforme per investitori sul mercato azionario che sono utilizzate da alcune centinaia di istituzioni bancarie.
Va detto che “The Market Age” possiede quel marchio per gli Stati Uniti solo da pochi giorni . “Quando abbiamo sentito del servizio Gmail di Google la scorsa settimana – hanno spiegato i dirigenti della società londinese – abbiamo fatto una ricerca presso le autorità commerciali americane perché temevamo di essere nei guai. Ma abbiamo scoperto che (Google, ndr.) non aveva registrato il marchio”. Cosa che invece ha provveduto a fare la società britannica.
Da parte sua Google ha per ora scelto di non commentare le dichiarazioni dell’impresa inglese ma si è invece concentrata nel cercare di far rientrare le pesanti polemiche sulla privacy che il nuovo servizio ha suscitato.
In una nota diffusa nelle scorse ore, Google ha spiegato che l’introduzione della pubblicità nelle mailbox – che, ha ribadito, sarà effettuata grazie all’esclusiva analisi effettuata da software automatici delle parole chiave contenute nei messaggi – dovrebbe essere considerato un prezzo davvero piccolo da pagare per un servizio pensato per offrire un gigabyte di spazio per i propri messaggi. Un servizio, afferma Google, che fornirà strumenti assolutamente innovativi di gestione della posta.
Il vicepresidente dell’engineering in Google, Wayne Rosing, ha sottolineato:”Non stiamo cedendo alla parte oscura . I consumatori possono confidare nel fatto che terremo in buona considerazione la loro posta privata e la tratteremo con rispetto. Non credo che stiamo facendo qualcosa di irragionevole”. Rosing ha anche affermato che, dal giorno dell’annuncio di Gmail, sono già centinaia di migliaia coloro che hanno richiesto una mailbox attiva, mailbox che sarà consegnata agli utenti nei prossimi mesi.
Ma le rassicurazioni non sembrano bastare.
Alcuni esperti di diritto, per esempio, hanno iniziato ad analizzare la politica sulla privacy impostata da Google per Gmail ritenendo che possa ritenersi illegale il fatto che alla cancellazione dell’account di un utente possa non corrispondere la cancellazione di tutti i messaggi che quell’utente aveva archiviato sui server di Gmail.
Il vero ostacolo per Google, però, è rappresentato dalle associazioni che si battono per la privacy. Se privacy International ha chiesto al ministero dell’Informazione britannico di indagare su Gmail ipotizzando la possibilità di affibbiare a Gmail uno dei suoi Big Brother Award , la stessa Privacy International insieme ad altri gruppi ha deciso di rivolgere un appello a Google. Nell’appello ( qui in formato.pdf) si evidenzia il problema della mancata cancellazione dei dati, la mancanza di chiarezza sull’utilizzo dei dati personali forniti dagli utenti e i dubbi sulla raccolta delle informazioni che viene eseguita dai software che vengono utilizzati per infilare link sponsorizzati nelle mailbox di Gmail.