La legge sull’identificazione degli utenti Internet, da poco approvata dal Bundestag , piace davvero poco a Google. L’azienda sta infatti meditando di staccare la spina al proprio servizio Googlemail in Germania, poiché la normativa costringerebbe BigG a rendere riconoscibili i propri utenti anche contro la loro volontà.
La nuova legge , approvata ma non ancora entrata in vigore, aumenta le regole del monitoraggio e della conservazione dei dati di navigazione: per ora soltanto i provider sono costretti a conservare per sei mesi una copia completa dei propri log, comprensiva di informazioni che agevolino l’identificazione del navigatore. Ma presto si troverebbero a dover fare lo stesso anche i fornitori di servizi di posta elettronica: non sarebbero necessari log o contenuti delle email, ma a ciascuna di esse andrebbe associato un nome e preferibilmente anche un indirizzo.
Una schedatura che non piace. E non usa mezzi toni Peter Fleischer, che si occupa di privacy per BigG in tutto il mondo: questa legge rischia di avere “un serio effetto sulla privacy “. Secondo Peter, infatti, “in molti in tutto il mondo sfruttano l’anonimato per difendersi da spam o governi che reprimono la libertà di parola …”. Se questa possibilità dovesse scomparire, se i navigatori non si fidassero più di Google, “andremo offline in un attimo”.
Fleischer pone inoltre l’accento sulla “lungimiranza” della legge: inasprire le regole per i fornitori del servizio tedeschi non impedirebbe agli utenti di rivolgersi all’estero per ottenere lo stesso servizio. La scopo della normativa, migliorare la sicurezza e proteggersi contro il terrorismo, sarebbe quindi mancato .
Al momento in Germania, altri operatori come gmx.de richiedono già agli utenti dati anagrafici completi ed esaustivi durante la registrazione: questi dati devono anche essere verificati, pena la cancellazione del proprio account . Al contrario, chi apre una casella su Gmail può tranquillamente imbrogliare fornendo generalità fasulle.
Se la nuova legge verrà attuata, sparirà questa possibilità. Google ha fatto sapere che preferirebbe perdere il mercato tedesco piuttosto che la fiducia dei propri utenti. Potrebbe trattarsi di una mossa strategica, per fare pressione sul Parlamento tedesco: BigG è il primo motore di ricerca in Germania. Oppure potrebbe trattarsi semplicemente della volontà di concentrarsi sui mercati asiatici emergenti, meno complicati di quelli occidentali.
In passato Google ha tenuto un atteggiamento bifronte sulla privacy: alle prese di posizione contro il governo cinese e quello statunitense , desiderosi di mettere le mani sui dati degli utenti, ha fatto seguire episodi di censura spontanea del proprio motore di ricerca nei paesi meno liberali .
Luca Annunziata