La notizia suscita scalpore : i servizi di posta su web di Google, Gmail, hanno soppiantato quelli forniti da Microsoft tramite il suo server Exchange in Australia. Non in tutto il paese, ma solo nel Dipartimento all’Educazione del New South Wales, una installazione che però riguarda la bellezza di 1,3 milioni di utenti scolastici , alunni, docenti e personale vario.
Ad incuriosire sono i tempi di deployment : le ditte che si occuperanno di mettere i sistemi Gmail a disposizione di questa fetta di utenti, portando la dimensione delle mailbox dagli attuali 35 megabyte ad 1 giga , si sono impegnate a concludere entro la fine del 2008 . Di converso, l’installazione di MS Exchange in quel contesto, una delle più grandi installazioni dei sistemi di gestione di Microsoft, aveva richiesto per ragioni che sono ancora tutte da chiarire la bellezza di 4 anni, dal 2003 al 2007.
La differenza maggiore tra i due impianti, comunque, sembrerebbe risiedere nei costi: dai 33 milioni di dollari australiani della soluzione Microsoft (poco più di 20 milioni di euro) si passerà ad una cifra che chi ha vinto il contratto con il provveditorato ha descritto come “risparmio massivo”. Per conoscere l’esatta somma bisognerà però attendere che si concludano le valutazioni delle parti. Per il momento i responsabili amministrativi hanno dichiarato di non aver deciso se all’arrivo di Gmail corrisponderà anche l’adozione delle applicazioni da ufficio che BigG fornisce online, e che competono con i servizi Microsoft Office.
Si tratta, ad ogni modo, della maggiore installazione Gmail nel mondo, una bella rivincita per Google non tanto nei confronti di Microsoft, alla quale ha sottratto un importante cliente, ma piuttosto delle decisioni dei tribunali tedeschi. In Germania proprio in queste ore, infatti, Google ha preso atto delle sentenze che obbligano l’azienda ad utilizzare per i propri servizi di posta un nome alternativo a Gmail . In una vertenza che i lettori di Punto Informatico conoscono molto bene , ad affermarsi in Germania come G-mail “legittimo” è il servizio tedesco fornito localmente da Daniel Giersch, che ha ottenuto le ingiunzioni nei confronti di Google.
Da questo weekend, dunque, gli utenti tedeschi che tentano di accedere ai servizi webmail di Gmail si trovano dinanzi ad un messaggio che spiega: “Non possiamo fornire il servizio sotto il nome Gmail in Germania; dobbiamo invece chiamarci Google Mail da queste parti. Se si viaggia in Germania, si può accedere alla posta all’indirizzo http://mail.google.com”. Il messaggio consente a Google di togliersi anche un sassolino dalla scarpa. Parlando del servizio concorrente G-mail, infatti, spiega: “O, vorremmo anche linkare la URL qui sopra (quella di G-mail, appunto, ndr.) ma non ci è consentito neppure questo. Che peccato”.
Sulla capacità di Google di competere con Microsoft sul fronte email proprio in queste ore piomba una denuncia di un piccolo sviluppatore americano: a suo dire Google avrebbe copiato il proprio tool di migrazione dai software Microsoft a quelli di Google. Anziché acquisirne i diritti o le licenze, cioè, BigG avrebbe preferito scegliere di copiarne i codici e far tutto da sé.
Lo sviluppatore, LimitNone , sostiene di essere entrato a suo tempo in contatto con Google e, sotto un accordo di riservatezza, di aver mostrato come far migrare facilmente gli utenti di Microsoft sulla piattaforma Google Apps, che comprende anche Gmail. L’idea, all’epoca, sarebbe stata quella di realizzare uno strumento, gMove , un’idea che però cadde nel vuoto. Qualche tempo dopo, quest’anno, Google ha poi lanciato il suo Google Email Uploader che secondo LimitNone è “pressoché identico” al proprio tool.