Seguendo le orme della neonata distribuzione KDE Linux, sembra che gli sviluppatori di GNOME OS potrebbero optare per un cambio di approccio con il loro sistema, per farla diventare una distribuzione Linux multiuso disponibile in più edizioni adatte a diversi tipi di utenza. La decisione pare essere stata presa anche dopo che, esattamente un anno fa, la comunità ha ricevuto un importante finanziamento di 1 milione di euro, destinati a migliorare diversi aspetti dell’ambiente dekstop omonimo.
GNOME OS pronto a cambiare paradigma
Grazie al lauto finanziamento ricevuto, GNOME OS, ma anche e soprattutto l’ambiente desktop, possono implementare importanti novità e utili funzionalità, come la crittografia della cartella home. Se la cosa vi risulta familiare, è perché la stessa identica caratteristica che sarà presente anche sul nuovissimo KDE Linux. A tale funzionalità sta lavorando uno sviluppatore sotto contratto dalla comunità, già autore di carbonOS: una distribuzione che si distingue per essere estremamente intuitiva e accessibile agli utenti.
Per via di una comunione sia di intenti che di visione, lo sviluppatore ha quindi deciso di interrompere il suo lavoro su carbonOS, ancor prima che questo potesse raggiungere una versione stabile, per dedicarsi interamente a GNOME, contribuendone allo sviluppo. Avendo anch’egli assistito all’evento dell’Akademy, dove è stato presentato KDE Linux, lo sviluppatore ha deciso di perseguire la stessa strada, con un sistema operativo completamente funzionale e a misura per le esigenze degli utenti.
GNOME OS è infatti un ambiente per lo sviluppo e il test pensato principalmente per gli sviluppatori che vogliono testare nuove funzionalità da inserire nell’ambiente. Include infatti soltanto componenti essenziali che permettono il funzionamento del desktop, poiché non è destinata a essere una distribuzione Linux completa, almeno finora!
Sempre secondo lo sviluppatore di carbonOS, ora assunto da GNOME, la distribuzione è perfetta per offrire un’edizione di un sistema operativo utilizzabile da chiunque, che si tratti di utenti comuni o esperti smanettoni. A tal proposito, lo sviluppatore ha definito e svelato le linee del progetto, che mira ad essere flessibile per funzionare su una moltitudine di dispositivi, oltre che beneficiare del supporto Flatpak, di un facile sistema di ripristino per assicurare la massima resilienza possibile, offrendo al tempo stesso tutte le ultime tecnologie software tra Wayland, Pipewire e altro, insieme a una sicurezza elevata, anche grazie al Secure Boot e al TPM, il tutto naturalmente confezionato dall’ambiente desktop proprietario.
Tutti i dettagli del sistema sono stati spiegati nel blog ufficiale della comunità.