San Francisco (USA) – Arrivano da lontano, da fatti degli anni ’80, le accuse scagliate nelle scorse ore dalla softwarehouse Go contro Microsoft, formalizzate in una denuncia che l’azienda ha presentato al tribunale distrettuale di San Francisco.
Stando a quanto dichiarato nella denuncia presentata dal boss della società, S. Jerrold Kaplan, “Microsoft ha lavorato per uccidere Go sfruttando quelle stesse tattiche di collusione e di esclusività che Microsoft ha utilizzato contro Netscape, Sun, Novell e altri”.
Non solo. Go sostiene che Microsoft ha derubato l’azienda delle proprie tecnologie di riconoscimento della scrittura e che avrebbe indotto, “con incentivi e minacce”, una serie di società del computing, da Compaq a Toshiba, a non installare sui propri computer il sistema operativo a suo tempo sviluppato dall’azienda, dal 1994 entrata in AT&T.
Nella denuncia Go chiede i danni per quanto accaduto, sebbene non ne specifichi l’ammontare.
Microsoft attraverso un proprio portavoce ha reagito con fermezza. “Queste pretese – ha dichiarato Stacy Drake – sono vecchie di vent’anni. Erano destituite di fondamento allora e sono destituite di fondamento anche adesso”.
Il ragionamento di Microsoft è piuttosto chiaro. All’epoca a cui si rifà la denuncia, le tecnologie di riconoscimento della scrittura erano ancora in uno stato embrionale e una molteplicità di aziende fin da allora ci ha lavorato sopra. Tra queste la stessa Microsoft, che negli ultimi dieci anni ha compiuto grossi progressi in questa direzione, tanto da farne uno dei punti di forza di alcune delle proprie iniziative, come il Tablet PC. Secondo l’azienda, dunque, l’attuale stato di sviluppo delle sue tecnologie è dovuto esclusivamente al lavoro dei propri ricercatori.
Il motivo per cui la denuncia è giunta solo adesso sarebbe dovuto ad un complesso giro di proprietà industriali che hanno coinvolto Go dal 1994 in poi: solo ora Kaplan avrebbe acquisito il diritto di agire per conto di Go su questo fronte.