All’improvviso, un cinguettio mattutino dall’account ufficiale del registrar statunitense GoDaddy. “Salve a tutti. Siamo consapevoli dei problemi che state riscontrando con il nostro sito. Ci stiamo lavorando”. Cosa è successo? Gli utenti della società di hosting brancolano nel buio, mentre iniziano a cadere a raffica tutti i domini ospitati, poi i servizi di posta elettronica e telefonico .
Il mistero dura appena mezz’ora, nella mattinata statunitense di ieri. Dall’account Twitter @AnonymousOwn3r viene annunciata l’ennesima operazione Tango Down , che ha in pratica attaccato le infrastrutture a livello DNS di GoDaddy . Il presunto membro del celebre collettivo hacker spiega alla misteriosa film_girl : “Sto abbattendo GoDaddy perché vorrei capire quanto sia tutelata la cybersicurezza, e per altri motivi di cui non posso parlare ora”.
Di origini brasiliane, il misterioso AnonymousOwn3r viene accolto con un “bel lavoro, fratello” da un secondo account – AnonOpsLegion – legato al gruppo hacker. “Ciao a tutti – cinguetta ancora il responsabile dell’attacco a GoDaddy – chi vuole che butti giù il 99 per cento della Rete globale?”.
Alla redazione della testata specializzata TechCrunch arriva un messaggio dello stesso AnonymousOwn3r, che in sostanza ammette di aver agito da solo, dunque non affatto legato al movimento degli Anonimi . Nel caos più totale, gli utenti del registrar a stelle e strisce continuano a rimanere offline, con i server DNS fuori uso in quasi tutto il territorio nordamericano.
Estremo rimedio , GoDaddy inizia a trasferire i suoi servizi DNS sui server gestiti dal concorrente VeriSign , con gli amministratori al lavoro per modificare i record. Alcuni esperti in sicurezza informatica hanno comunque parlato di un’offensiva di tipo Denial-of-Service (DDoS) contro le infrastrutture DNS del registrar a stelle e strisce. Impossibile per i vari server tradurre i vari domini in effettivi indirizzi IP dove raggiungere le risorse cercate.
Mauro Vecchio