Si preannunciano tempi duri per maghi e cartomanti del piccolo schermo, oltre che per linee calde, quiz e quizzoni . L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) è nuovamente intervenuta sulla spinosa questione dei cosiddetti numeri gonfiabolletta , ripristinando a partire dall’appena trascorso giorno di capodanno il blocco automatico delle chiamate con sovrapprezzo .
Una delibera adottata lo scorso dicembre, che aveva frapposto un decisivo sbarramento tra le chiamate in uscita degli abbonati di telefonia fissa e numerazioni come quelle di tipo 144, 166 e 899 . Prefissi che avevano scatenato numerose proteste da parte di consumatori che si erano visti addebitare sulla propria bolletta costi fino a 15 euro, magari per chiamate mai effettuate o, meglio, generate dai dialer.
Proteste che avevano portato l’Antitrust a condannare varie società legate al fenomeno dei quiz fraudolenti per pratiche commerciali scorrette, con multe per svariate migliaia di euro. L’Agcom era intervenuta con una delibera per arginare il problema, bloccata tuttavia da una decisione del TAR del Lazio : a regolamentare la questione dei numeri gonfiabolletta dovevano essere le autorità ministeriali e non l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Successivamente, il Consiglio di Stato aveva riconosciuto all’Agcom una potestà in materia, dandole il via libera per regolamentare il blocco automatico delle chiamate in uscita da telefonia fissa. Blocco che è stato predisposto per tutti quegli abbonati che entro il 31 dicembre scorso non hanno suggerito ai propri operatori un’indicazione contraria, una volontà di rimanere abilitati per numerazioni come quella dell’144.
Per Remigio Del Grosso, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (CNU), si tratta di un provvedimento più che positivo. “Un intervento auspicato – ha spiegato – anche dal nostro organismo che ha più volte messo in luce la pericolosità sociale di questi numeri”. Del Grosso ha poi concluso augurandosi che i gestori di telefonia fissa si muovano prontamente per recepire le direttive imposte dall’Agcom.
Soddisfatti anche Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori. Con una tiratina d’orecchie : “Centinaia di milioni di euro fatturati a danno dei consumatori ogni anno dovevano indurre l’Autorità ad intervenire prima, così come richiesto da tempo dalle associazioni dei consumatori. Comunque, meglio tardi che mai”.
Mauro Vecchio