4 settembre 1998, Menlo Park, California. Due studenti della Stanford University arrivano a concretizzare un progetto di ricerca avviato un paio d’anni prima, cambiando per sempre le regole del World Wide Web: nasce Google. Due decenni più tardi da quella paginetta con un layout discutibile in cui digitare le prime query si è arrivati a un colosso da mille miliardi di dollari.
Google compie vent’anni
Nemmeno Larry Page e Sergey Brin avevano immaginato le evoluzioni che di lì a poco avrebbero interessato la loro creatura, la differenziazione di un business che nato da un motore di ricerca (non è stato il primo del suo genere) è andato via via sempre più focalizzandosi sull’advertising online, tanto da arrivare alla costituzione di un impero che di recente ha imposto una frammentazione delle attività mediante la creazione della parent company Alphabet.
Oggi Google continua a trarre la quasi totalità dei profitti dalle pubblicità in Rete, ma in un’ottica di continuo sviluppo e crescita ha da tempo iniziato a volgere il proprio sguardo altrove, anche al di là dei confini che delimitano il mondo online. Ne sono dimostrazione i tanti progetti legati, per fare alcuni esempi, all’universo automotive con la creazione di una tecnologia per le self-driving car (Waymo), all’ambito della ricerca medica (Verily), all’intelligenza artificiale e al machine learning (DeepMind), alle smart city (Sidewalk Labs), alle smart home (Nest), alla bioingegneria (Calico) e a iniziative sperimentali (X). Ovviamente senza dimenticare l’impegno nel mercato mobile, a livello hardware e software.
Due studenti in un garage, con l’ambizione allora un po’ folle e utopica di organizzare le informazioni disponibili in Internet, al fine di renderle facilmente accessibili e consultabili da chiunque. Così ha preso il via un’avventura che può essere annoverata senza timore di smentita tra i più grandi successi imprenditoriali dell’ultimo secolo.
Il futuro di bigG
Nemmeno Google dà per scontato il proprio futuro. La solidità del business odierno potrebbe essere messa in discussione da quelle evoluzioni e rivoluzioni che il gruppo stesso ha contribuito a innescare. Emblematiche le parole di Eric Schmidt, tra i principali protagonisti di questi vent’anni, CEO per un decennio e ora chairman dal 2011. Nel mese di aprile ha affermato che al momento sono quattro le realtà più importanti e influenti del mondo tech: Apple, Amazon, Facebook e appunto Google. Sebbene possa risultare difficile da immaginare, per nessuna di queste il domani è assicurato, garantito, se non mettendosi costantemente in discussione e continuando a puntare sul fattore innovazione. Il prossimo Jobs, Bezos, Zuckerberg, Page o Brin è dietro l’angolo.
Il futuro di bigG si costruirà sulla base di ciò che il gruppo rappresenta oggi, sulle fondamenta di quanto finora creato e passando dallo scioglimento di alcuni nodi cruciali. Il rapporto tra un’azienda globale e le istituzioni locali in primis, un tema sempre più dibattuto e centrale, in particolare in Europa, dove l’attività del colosso di Mountain View è ormai da lungo tempo sotto la lente d’ingrandimento delle autorità delegate a tutelare il mercato e la libera concorrenza.
Vent’anni costellati da una forte crescita, con qualche passo falso che Google ha avuto la capacità di riconoscere, come nel caso delle tante iniziative messe in campo per la realizzazione di una piattaforma social, rivelatesi una dopo l’altra poco efficaci. Via i rami secchi, per inondare di linfa vitale quelli più prosperi. Lo sviluppo di soluzioni legate all’intelligenza artificiale assumerà un’importanza sempre più centrale, sia per l’organizzazione delle informazioni perseguendo quello stesso obiettivo allora stabilito da Page e Brin sia per affrontare le nuove sfide, sempre con un’attenzione particolare al motto Don’t be evil (recentemente rimodulato in “do the right thing“) che fin dall’inizio identifica la filosofia del gruppo.
Una curiosità: Google da ormai lungo tempo festeggia il proprio compleanno il 27 settembre e non il 4 (giorno della fondazione) o il 15 (data della registrazione del dominio). Questo perché proprio il 27 settembre, nel 1998, il motore di ricerca ha registrato il record di pagine indicizzate nel proprio database. L’appuntamento con il doodle celebrativo è quindi fissato tra poco più di tre settimane.