Oggi, mercoledì 27 settembre, Google festeggia i suoi primi 25 anni. E lo fa a modo suo, come sempre rimpiazzando il logo ufficiale sul motore di ricerca con un doodle personalizzato (visibile qui sotto). È una storia, quella di bigG, che ha accompagnato e influenzato l’evoluzione del mondo online e le modalità di fruirne.
Google compie 25 anni: le curiosità su bigG
Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma la data di fondazione del gruppo di Mountain View è un’altra: il 4 settembre. Perché, dunque, le celebrazioni vanno in scena oggi, oltre tre settimane più tardi? La ragione è da ricercare nel fatto che, nel 2002, i vertici della società hanno deciso di spostare l’appuntamento con il taglio della torta più avanti, facendolo coincidere con il giorno in cui, nel 1998, il servizio ha annunciato di aver registrato il record di pagine indicizzate nel proprio database.
Per l’occasione, il blog ufficiale accoglie un post dedicato ad alcune curiosità relative alla storia di Google (25, ovviamente). Eccone alcune.
- Gli uffici di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, sono gli unici situati in un deserto e il loro design è stato studiato per richiamare alla mente le dune dell’ambiente circostante;
- nella sede londinese di Pancras Square ci sono oltre 200 installazioni artistiche create con i post-it;
- le biciclette messe nel 2007 a disposizione dei dipendenti, nel campus di Mountain View, hanno viaggiato per oltre 1,2 milioni di chilometri;
- sempre passeggiando nella sede di Mountain View è possibile incontrare Stan, la replica dello scheletro di un enorme tyrannosaurus rex.
Qui sotto il primo layout di Google, risalente al periodo 1997-1998, messo online subito dopo il lancio del motore di ricerca. Da allora, sotto i ponti ne sono passate di query, di innovazioni, di progetti più e meno riusciti.
La visione di bigG è cambiata nel tempo, giungendo al focus odierno sull’intelligenza artificiale, rispondendo però sempre a una linea guida ben precisa: muoversi d’anticipo, provando a introdurre novità, prima della concorrenza o rispondendo a quest’ultima, intervenendo poi eventualmente sui rami secchi o sulle idee che non funzionano, eliminandole (come accadrà nel 2024 alla piattaforma Podcasts).