Al momento dell’acquisizione di Jibe, piattaforma cloud che da tempo lavora per offrire agli operatori soluzioni per implementare con semplicità gli standard di comunicazione RCS (Rich Communication Services), Google aveva annunciato l’intenzione di volersi affiancare agli attori dell’industria mobile per accelerare l’adozione dello standard di messaggistica potenziato e universale, finora incapace dell’agilità di sviluppo degli ecosistemi indipendenti quali iMessage, WhatsApp, Telegram e via dicendo. Ora questa collaborazione è stata formalizzata con degli accordi, volta ad accelerare l’implementazione di soluzioni di comunicazione universali come gli SMS ma multicanale come quelle offerte dalle app di instant messaging di maggiore successo, dalle chat di gruppo alla condivisione di file, passando per le videochiamate.
È da un comunicato stampa diffuso in occasione del Mobile World Congress in corso a Barcellona che si apprende che la GSM Association, che dal 2008 presiede allo sviluppo dello standard, insieme a una folta schiera di operatori di tutto il mondo, fra cui Vodafone e TIM, si stanno adoperando insieme a Google per “accelerare la disponibilità di Rich Communications Services”, con l’intento di “fornire un servizio di messaggistica aperto, coerente e globalmente interoperabile sui dispositivi Android”.
Mountain View metterà a disposizione il codice del client , con ogni probabilità basato sulle tecnologie sviluppate da Jibe e allineato con le specifiche standard RCS, e fornirà agli sviluppatori le API per fare in modo che la piattaforma di messaggistica si arricchisca di funzioni.
In questo modo gli operatori potranno ambire a riguadagnare il controllo su ogni aspetto della comunicazione fra gli utenti, compreso quello tariffario, e Google avrà l’opportunità di partecipare allo sviluppo della piattaforma di messaggistica che Hangouts non è riuscita a diventare.
Per il momento non è dato sapere se gli accordi prevedono che il client sia a bordo di tutti i dispositivi Android: la scelta sarà affidata ai produttori e agli operatori , e non è dato sapere quando questa collaborazione inizierà a mostrare i primi frutti concreti. Certo è che, per assumere le caratteristiche di un servizio di comunicazione davvero universale, tutti i soggetti del mercato dovranno dimostrare il proprio interesse: se Apple potrebbe ritenersi già paga con la propria piattaforma iMessage, Microsoft, dal canto suo, ha già mosso i primi passi in questa direzione.
Gaia Bottà