Mountain View (USA) – Il carburante che alimenta il successo di Google ? La pubblicità online , un settore d’importanza vitale che la creatura di Brin e Page ha egemonizzato sotto la propria egida. È per questo che Google ha espresso preoccupazioni per l’uscita di Internet Explorer 7, l’ultima versione del browser targato Microsoft .
Il gigante di Redmond, attraverso MSN Search , è infatti un diretto concorrente di Google nella raccolta pubblicitaria sul web . Un mercato enorme, dal valore complessivo di oltre 10 miliardi di dollari: Google teme che Microsoft possa utilizzare IE7 per favorire i propri servizi di ricerca e dirottare potenziali clienti AdSense ed AdWords sul proprio circuito pubblicitario.
Questo perché i settaggi originali di IE7, in modo simile a Firefox , offrono un box di ricerca integrato “sintonizzato” su MSN Search. Una nuova installazione del browser, secondo i portavoce di Google, è un palese attacco al principio di concorrenza: il fondamento del libero mercato che ha causato costosissimi problemi legali a Microsoft in diversi paesi.
“Il mercato deve basarsi sulla competitività e sulla libera scelta”, ha ricordato la responsabile di Google Marissa Mayer in un’intervento sul New York Times , “e pensiamo che il comportamento di Microsoft tolga libertà di scelta agli utenti”. Microsoft non ha esitato a rispondere per le rime: “Malgrado gli atteggiamenti che abbiamo avuto in passato, il nostro principio-guida rimane la libertà dell’utente”, ha detto Dean Hachamovitch, responsabile per lo sviluppo di Internet Explorer.
Le impostazioni del box di ricerca possono essere cambiate con estrema facilità ed ogni utente, come ricordano i portavoce Microsoft, è libero di scegliere il proprio motore di ricerca . Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’istituto di ricerca Nielsen , MSN Search detiene l’11% del traffico online statunitense legato alla ricerca d’informazioni, mentre Google si attesta attorno al 50%.
I delegati di Google pensano che le funzioni di ricerca integrate nei browser potrebbero influenzare questi dati, indicativi per l’intero mercato globale. Stando ad alcune informazioni rilasciate al quotidiano newyorkese, il motore di ricerca californiano ha quantificato il traffico generato direttamente dai search-box : dal 30% al 50% del totale.
Cifre impressionanti: se le accuse di Google fossero fondate ed il nuovo browser Microsoft si rivelasse capace di imprimere un grande cambiamento, l’azienda fondata da Bill Gates potrebbe incappare, o almeno così crede BigG, in una nuova denuncia per violazione delle regole del mercato.
L’assenza di un browser marchiato Google inizia a farsi sentire? Firefox, la più diffusa alternativa open-source ad Internet Explorer, è finora il miglior candidato per essere il supporter ufficiale del team di Mountain View. Negli ultimi giorni, a fronte di una iniziativa pro-Firefox lanciata da alcuni utenti sotto l’occhio benevolo di Google, la vicinanza tra il software e la multinazionale si è fatta ancora più stretta.
Tommaso Lombardi