Il Presidente della divisione Strategic Relationships di Google in Europa Carlo D’Asaro Biondo ha proposto un accordo agli editori per “promuovere insieme l’innovazione nel giornalismo digitale”.
Mountain View, che negli ultimi anni ha dovuto scontrarsi con i principali editori che le contestano l’accesso non retribuito ai loro contenuti e l’offerta di titoli e stralci degli stessi attraverso il suo aggregatore Google News, sembra così voler dare il via a una nuova era per il giornalismo e, soprattutto, per i suoi rapporti con i giornali.
Il tutto si concretizza nella Digital News Initiative , progetto per cui ha stanziato 150 milioni di euro e che la vede alleata già con alcuni dei principali editori europei, tra cui il Financial Times , El Pais , Die Zeit , la La Stampa ed organizzazioni come lo European Journalism Centre (EJC) e il Global Editors Network .
L’ obiettivo dell’iniziativa è quello di investire su ricerca e formazione orientati al giornalismo digitale, destinando fondi ai giornali partner per sviluppare e promuovere l’innovazione nei loro servizi e l’informazione di qualità .
La Digital News Initiative ricalca, in realtà, il piano già attuato nel 2013 in seguito ad una causa che vedeva Google contrapposta agli editori francesi: è evidente che stavolta Mountain View ha voluto giocare d’anticipo.
“Credo fortemente che Google – dice D’Asaro Biondo – abbia sempre agito con l’obiettivo di essere amica e partner dell’industria dell’informazione, anche se riconosciamo di aver fatto degli errori in passato”.
Nel frattempo, peraltro, sono state archiviate come vittorie di Pirro le battaglie condotte dagli editori nei confronti di Google News e degli altri aggregatori: in Germania ed in Spagna , al momento, i giornali sembrano avere intuito quanto l’aggregatore sia diventato fondamentale anche per la distribuzione delle testate tradizionali.
Nonostante ciò non sembra essersi acquietata la situazione dell’aggregatore nel Vecchio Continente, dove diversi operatori stanno cercando di combatterlo anche confrontandosi direttamente sul mercao e dove le autorità antitrust vigilano con attenzione su Mountain View, convinte che, perlomeno nel settore del search e dei servizi commerciali, le azioni di Google travalichino il confine dell’abuso di posizione dominante sul mercato.
Anche il nuovo accordo proposto, peraltro, non manca di essere criticato: almeno secondo quanto prospettano diversi osservatori il progetto rischia di proiettare i soggetti coinvolti in posizioni scomode, determinate dalla gestione di eventuale advertising personalizzato (ritagliato sui dati raccolti da Mountain View) e del trattamento che Google riserverà ai partecipanti all’iniziativa presso i suoi servizi.
Forti critiche all’iniziativa vengono poi dagli editori esclusi per il momento dall’iniziativa, ma che sono stati invitati a parteciparvi: in primis la News Corp di Rupert Murdoch, principale fautore della campagna anti-Google News.
Claudio Tamburrino