Google alleggerisce l'update degli APK Android

Google alleggerisce l'update degli APK Android

Nuova tecnica per semplificare l'aggiornamento delle app a bordo degli smartphone. Nel migliore dei casi riesce a ridurre del 90 per cento la mole di dati da scaricare
Nuova tecnica per semplificare l'aggiornamento delle app a bordo degli smartphone. Nel migliore dei casi riesce a ridurre del 90 per cento la mole di dati da scaricare

Milano – Più si fanno potenti gli smartphone, più aumentano le misure di schermi e batterie, maggiori sono le funzioni integrate nel software da parte degli sviluppatori: ci sono app sempre più complesse e perfezionate su Google Play, il marketplace di Android, che però pesano sempre più megabyte. Per semplificare il processo di aggiornamento, renderlo più veloce e meno pesante da digerire per il monte dati dell’abbonamento telefonico, a Mountain View hanno sviluppato un nuovo approccio all’update: che verifica caso per caso cosa scaricare e cosa no .

Già alcuni mesi fa era stato fatto un primo tentativo per ridurre la mole di dati scambiati per un aggiornamento: la tecnica Bsdiff introdotta da Google serve a confrontare quali file compresi nel pacchetto APK sono cambiati tra due versioni dello stesso software, così da procedere al download solo di quanto realmente necessario. Già così si riesce a guadagnare parecchi megabyte, diminuendo il traffico in ingresso per gli aggiornamenti: ma con il nuovo approccio File-by-File si raggiungo picchi del 90 per cento , con una media impressionante del 65 percento di traffico dati risparmiato.

La differenza tra l’uno e l’altro approccio risiede nel luogo dove si effettuano i confronti: con la tecnica Bsdiff si verifica a monte cosa includere nell’update, mentre con il nuovo File-by-File il Play Store si incarica di confrontare quanto già presente sul terminale con quanto è stato aggiornato dallo sviluppatore. Per farlo è necessario approfittarsi di qualche ciclo CPU dello smartphone : questo incide in modo poco significativo sui device più moderni (quelli commercializzati dopo il 2015), mentre si rivela più influente su telefoni più datati.

C’è anche un altro dato da considerare: se l’aggiornamento di un’app, prendiamo il caso di Netflix citato dalla stessa Google, passa da 16 megabyte a 1,2 con un risparmio del 90 per cento di traffico in entrata per il telefono del cliente, allo stesso modo diminuisce anche il traffico in uscita dai server di Mountain View. Tutti paghiamo la banda, anche Google, dunque risparmiare traffico è una priorità anche per l’azienda .

Per ora questa nuova tecnologia File-by-File verrà applicata soltanto agli aggiornamenti automatici , quelli che avvengono in background senza che neppure l’utente debba prestargli attenzione. Google ha anche messo a disposizione il codice sorgente dell’algoritmo su GitHub .

Luca Annunziata

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Pubblicato il
9 dic 2016
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