Secondo Reuters, Alphabet, la società madre di Google, starebbe valutando la possibilità di acquisire HubSpot, un’azienda di CRM e marketing automation con sede a Boston. HubSpot attualmente vanta una capitalizzazione di mercato superiore ai 33 miliardi di dollari, cifra che ha registrato un incremento in seguito alla diffusione di queste notizie.
Alphabet ha le risorse per comprare HubSpot
Se l’acquisizione dovesse concretizzarsi, il costo per Alphabet sarebbe probabilmente elevato, con un premio significativo rispetto al valore attuale di HubSpot. Nonostante le due aziende abbiano già una partnership in essere per l’utilizzo degli annunci pubblicitari di Google per promuovere le vendite su HubSpot, un’operazione di questa portata rappresenterebbe una novità per Alphabet, che in passato ha effettuato acquisizioni di entità inferiore.
Inoltre, il clima di austerità che caratterizza il settore tecnologico negli ultimi anni e l’annuncio di tagli al personale da parte del CEO di Google, Sundar Pichai, potrebbero rendere difficile giustificare un’acquisizione di tale entità. Tuttavia, con una liquidità di 110 miliardi di dollari in cassa alla fine dello scorso anno, Alphabet dispone delle risorse finanziarie necessarie per procedere con l’operazione.
I possibili ostacoli normativi
Un ulteriore ostacolo che Alphabet potrebbe incontrare nel tentativo di acquisire HubSpot è rappresentato dall’attuale contesto normativo, che vede Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea monitorare attentamente le grandi operazioni di fusione e acquisizione. Alcune di queste, come il tentativo di Adobe di acquistare Figma per 20 miliardi di dollari, non sono andate a buon fine a causa di problematiche legate alla concorrenza.
Sebbene non sia chiaro se Alphabet debba affrontare le stesse difficoltà con uno strumento di CRM, è importante considerare che HubSpot si trova a competere con aziende ben capitalizzate come Adobe e Salesforce. Pertanto, l’acquisizione da parte di Google non comporterebbe un blocco del mercato, ma potrebbe comunque richiedere una tassa di risoluzione per coprire eventuali rischi.
Resta da chiedersi quale sia la probabilità che un tale accordo si realizzi e quali benefici porterebbe alle aziende coinvolte, oltre a quelli già derivanti dalla partnership esistente. Secondo l’opinione di un analista, l’operazione non sembra probabile, ma nel mondo degli affari non si può mai escludere nulla con certezza.