Google ha annunciato l’acquisto di Nest Labs, azienda produttrice di due elettrodomestici intelligenti: Nest Learning Thermostat , un termostato semplice da utilizzare, in grado di imparare le abitudini degli utenti, con capacità connettive e che ottimizza i consumi di energia, e Protect, un sistema di allarme che rileva fumo e monossido di carbonio.
Tony Fadell, CEO di Nest, spiega che grazie alla collaborazione con Google sarà possibile sviluppare più velocemente dispositivi per facilitare la vita delle persone in casa e risparmiare energia.
Larry Page ha accolto con entusiasmo i fondatori di Nest, Tony Fadell, Matt Rogers e la loro squadra: “Non vediamo l’ora di poter portare nuove grandi esperienze in più case e in più paesi, realizzando i sogni delle persone!”.
D’altra parte, Mountain View ha seguito Nest sin dal suo esordio e già alla conferenza TED del 2011 Sergey Brin si era detto interessato. Poi Big G aveva partecipato ai due successivi round di investimenti diventando fin da subito, con Google Ventures, uno dei suoi principali sostenitori : quasi una preparazione per conoscere da vicino la startup ed il suo staff e per decidere, ora, di acquistarla con un’operazione da 3,2 miliardi di dollari .
Nest non propone prodotti unici, lavora anzi su un settore dove la concorrenza non manca: dal sistema Max di Rev, all’italiano Ivar Equicalor Link, passando – solo per fare qualche nome – per SALUS IT500 e Heatmiser Multilink. Tuttavia, garantendo semplicità di utilizzo e design, Nest è riuscita a ritagliarsi un proprio spazio, attirando l’attenzione sia di Apple (che sembrava fosse interessata all’acquisto) che di Google, che nel frattempo stava lavorando da sola ad un proprio sistema di controllo intelligente per il termostato delle case chiamato Energy Sense.
L’interesse di Google, dunque, è duplice: da un lato può integrare il know-how ed i brevetti di Nest (100 già ottenuti, 200 richieste brevettuali che aspettano risposta e altrettanti titoli in fase di deposito) con la ricerca compiuta a Mountain View; dall’altro i prodotti Nest, pur non abbandonando il supporto a iOS, si integreranno sempre di più con quelli Google.
Se da un lato questo significa semplicemente che i servizi offerti da Mountain View si estenderanno in un nuovo settore, in attesa per altro che diano il loro frutto le recenti acquisizioni in campo di robotica e androidi, dall’altro Google ha l’opportunità di entrare sempre di più nelle case delle persone. Mettendo mano ad un altro tipo di dati: quelli legati al consumo energetico (e di conseguenza alle abitudini quotidiane) dei suoi utenti.
Proprio per questo è sul fronte della privacy che sorgono le maggiori preoccupazioni legate all’operazione: il settore definito “l’Internet delle cose” coinvolge tutta una serie di informazioni che sono molto rilevanti se sommate a quella massa di dati già in possesso della Grande G.
Claudio Tamburrino