All’inizio fu l’annuncio di abbandono sic et simpliciter delle API del servizio Translate, poi vennero le lamentele di sviluppatori e aziende e infine è arrivata la parziale retromarcia di Google: l’accesso al servizio di traduzione automatica da parte di utenze terze sarà a pagamento, conferma ora Mountain View.
La cancellazione delle API di Translate fa parte delle “pulizie di primavera” messe in atto dal colosso di rete in questi mesi, e deriva principalmente dal fatto che le suddette API (sin qui gratuite) erano diventate un ricettacolo di abusi.
La grande maggioranza degli utilizzatori dell’interfaccia di programmazione se ne serviva per compiere ogni genere di pratica malevola o proibita, aveva detto Google, ma una minoranza di utenti apparentemente legittimi aveva fatto sentire la propria voce implorando Mountain View di non staccare completamente la spina e suggerendo di mantenere le API offrendole come servizio a pagamento .
Detto e fatto: il product manager di Google Adam Feldman dice di aver notato “la passione e l’interesse espresso da così tanti di voi” nei confronti delle API di Translate, pertanto Mountain View è al lavoro per “rispondere alle vostre preoccupazioni” e rilascerà presto un piano aggiornato di utilizzo a pagamento dell’interfaccia di programmazione.
Alfonso Maruccia