Google ha deciso di chiudere i battenti di Bump a brevissima distanza dall’ acquisizione della società , un’operazione apparentemente poco interessata a mantenere il servizio e i relativi utenti nonostante le rassicurazioni iniziali degli sviluppatori.
Nota per aver realizzato una app per condividere foto al tocco (Bump) e una per lo sharing automatico di album fotografici (Flock), Bump era stata inglobata nel corpaccione multi-miliardario di Google lo scorso settembre. Entrambe le app smetteranno di funzionare a partire dal prossimo 31 gennaio, mentre il download su dispositivi iOS e Android non è più possibile.
Agli utenti viene data la possibilità di esportare i dati seguendo le istruzioni ma niente di più; gli sviluppatori si dicono ora “concentrati sui nuovi progetti” assegnati loro da Google, segno evidente del fatto che Mountain View aveva fin dall’inizio intenzione di acquisire le tecnologie di Bump (e Flock) senza curarsi particolarmente degli utenti del servizio.
Bump e Flock andranno quindi ad aggiungersi alla miriade di servizi telematici già mandati al camposanto digitale da Google, e le pulizie di primavera in anticipo in quel del Googleplex non sono finite qui: una versione interna del codice di Schemer apparsa in rete suona le campane a morto anche per quest’ultimo servizio, un sito web nato nel 2011 come promozione per la condivisione di attività extra-informatiche e cose da fare e da esplorare lontano dal PC.
Alfonso Maruccia