Google vuole trasformare Assistant in un assistente digitale onnipresente in grado di funzionare anche in ambito diversi dal mercato dei dispositivi Android, ma i progetti futuri di Mountain View includono anche l’implementazione di algoritmi intelligenti in grado di trasformare l’esperienza di utilizzo fornita da questo genere di tecnologia.
Le novità presentate in occasione della conferenza I/O sono in tal senso illuminanti, visto che dimostrano quanta strada abbia già fatto Mountain View nell’integrazione delle tecniche di IA nel suo assistente personale.
Il machine learning permette ora ad Google Assistant di effettuare chiamate al posto dell’utente per prenotare al ristorante o dal parrucchiere, rispondendo in maniera naturale – con tanto di pause e “mm-mmh” di assenso alle risposte dell’interlocutore – e dando l’impressione di trovarsi di fronte a una persona in carne e ossa piuttosto che a una fredda IA gestita nel cloud.
Google Duplex , la tecnologia che permette questo potenziale breakthrough tecnologico, agisce a partire dai dati forniti dall’utente per conversare al posto di quest’ultimo. E si hanno particolari preferenze per la voce, Assistant permetterà presto di scegliere tra sei voci diverse con tanto di supporto (entro la fine dell’anno) a 30 lingue differenti.
L’accuratezza e la “naturalezza” delle nuova incarnazione intelligente di Assistant sono ovviamente tutte da verificare in ambiti di utilizzo reali, ma quanto mostrato da Google sul palco di I/O prospetta nuovi interrogativi sull’uso della tecnologia. Oltre naturalmente a dimostrare che Mountain View è parecchio avanti rispetto alla concorrenza.
Alfonso Maruccia