Il keynote I/O 2023 tenuto da Google il 10 maggio scorso ha visto come assoluto protagonista l’intelligenza artificiale, nominata dozzine di volte dal CEO Sundar Pichai durante la presentazione di nuovi progetti, dispositivi e servizi firmati dalla Grande G e in arrivo nel corso dei prossimi mesi – o anni. Tra le tante novità, la più intrigante è indubbiamente l’espansione di Google Bard oltre i confini statunitensi, verso nuovi lidi al fine di permettere ad altri mercati di scoprire la loro risposta a ChatGPT e Bing Chat. Peccato, però, che a oggi risulti impossibile accedervi dall’Italia – a meno che non si usi una VPN per accedere al sito di Google Bard.
Aggiornamento: dal 13 luglio Google Bard è disponibile ufficialmente anche in Italia e con pieno supporto all’italiano.
A prescindere dal fatto che qualcuno possa usare un servizio ad hoc per sfruttare il chatbot Google in anteprima, o che qualcuno attenda l’arrivo ufficiale in Italia, andiamo a vedere cos’è Google Bard, come funziona e come si usa.
Cos’è Google Bard?
Partiamo dalla domanda più basilare che un utente potrebbe porsi al momento della scoperta di questo strumento: che cosa è Google Bard? La risposta, in fondo, rimane simile a quella data nel caso della soluzione rivale fornita da OpenAI: si tratta di un chatbot capace di conversare con una persona rispondendo ai suoi quesiti, generando output dopo avere compreso la richiesta posta dall’essere umano.
Abbiamo anche provato a chiedere a Google Bard stesso che cosa sia, e la sua risposta è stata la seguente:
“Sono un modello linguistico di grandi dimensioni, noto anche come intelligenza artificiale conversazionale o chatbot, addestrato per essere informativo e completo. Sono addestrato su un’enorme quantità di dati di testo e sono in grado di comunicare e generare testo simile a quello umano in risposta a un’ampia gamma di richieste e domande. Ad esempio, posso fornire riassunti di argomenti concreti o creare storie.”
Proprio come avviene con ChatGPT, che ormai chiunque avrà provato almeno una volta, si può dialogare liberamente su più temi – accettando naturalmente i limiti e i termini di utilizzo del chatbot – ricevendo supporto nella scrittura creativa o nella ricerca di informazioni via Internet, impossibile invece nel caso di ChatGPT in quanto non collegata a Internet, almeno nella versione senza plugin comunemente utilizzata dal pubblico.
Basato originariamente su una iterazione più leggera e ottimizzata di LaMDA, e ora operativo sulla base di PaLM 2, Google Bard a oggi è ancora in fase sperimentale e riceverà nuove funzionalità nel corso dei prossimi mesi, ma mano che l’azienda di Mountain View procederà con la diffusione internazionale del chatbot e raccoglierà più feedback grazie agli utenti.
Come funziona il chatbot di Google Bard
Il funzionamento del chatbot è molto semplice all’apparenza: Bard sfrutta il modello di linguaggio proprietario di casa Google, le capacità di elaborazione di giganteschi server e l’accesso al motore di ricerca più potente al mondo per estrarre qualsiasi dato necessario dal Web al fine di fornire una risposta all’utente, tramite la chat testuale normalmente accessibile. Google Bard, dunque, è addestrato affinché generi risposte dal suono naturale che tengano conto del contesto della conversazione, operando quindi anche tramite domande follow-up, successive al quesito originale.
Come citato sopra, PaLM 2 (Pathways Language Model 2) è il modello che si propone come competitor diretto di GPT-4, ovvero il modello di linguaggio usato da ChatGPT e Bing Chat. PaLM 2 promette di essere l’elemento costitutivo dei prodotti AI di Google grazie alle sue capacità di ragionamento, linguaggio e codifica ampliate, e ulteriormente suddivisibili in LLM più piccoli come Med-PaLM 2, strumento di intelligenza artificiale per la diagnostica medica; e Sec-PaLM, strumento IA per il rilevamento delle minacce alla sicurezza IT
Sebbene Google non abbia mai dichiarato su quanti parametri PaLM 2 è addestrato, promette capacità migliorate e prestazioni più veloci ed efficienti rispetto al predecessore, addestrato su 540 miliardi di parametri. Già è noto, invece, che PaLM 2 sia addestrato su oltre 100 lingue per effettuare traduzioni e comprendere i contesti tra modi di dire, poesie, indovinelli e altre frasi tipiche di una certa popolazione.
Con le sue elevate capacità di ragionamento logico, Google Bard è pertanto un chatbot eccellente nella risoluzione di problemi matematici e scientifici: come visto nel nostro primo confronto tra ChatGPT, Bing e Bard, quest’ultimo chatbot si dimostra il migliore nelle ricerche complesse. Offre, infine, performance soddisfacenti lato programmazione, essendo stato addestrato su oltre 20 linguaggi differenti, tra cui Prolog e Fortran.
Come si usa
Una volta visitato il sito ufficiale ed effettuato il login con il proprio account Google, Google Bard si propone come “collaboratore creativo per potenziare l’immaginazione, aumentare la produttività e dar vita alle idee”, invitando l’utente a cliccare sul pulsante “Provalo”. Fatto ciò, si apre l’interfaccia che vedete nell’immagine soprastante (naturalmente senza prompt già inseriti) dove potrete chiedere qualsiasi cosa, a patto che Google Bard possa effettivamente fornire una risposta senza andare contro i termini di utilizzo posti dalla società statunitense.
Dunque, con ogni risposta – che richiede appena qualche secondo di attesa a seconda della complessità del quesito – verranno inclusi quattro pulsanti: i pollici insù e ingiù, per fornire un feedback sull’output; l’esportazione del contenuto proposto dal chatbot su Google Documenti o come bozza su Gmail; e il pulsante “Google it” per effettuare una ricerca correlata direttamente all’argomento trattato con uno o più prompt forniti dall’intelligenza artificiale stessa.
Bard è sperimentale e alcune delle risposte potrebbero essere imprecise; quindi, è sempre doveroso ricontrollare le informazioni nelle risposte di Bard, cosicché l’IA generativa diventi più performante, sicura ed efficace. Come Bing Chat, Google Bard genera contenuti originali ma, se necessario, cita una pagina Web da cui ha preso buona parte della risposta: ciò avviene soprattutto nel caso in cui si richieda di generare stringhe di codice, fornendo all’utente riferimenti a una licenza open source applicabile.
Al momento Bard non è perfettamente in grado di ricordare informazioni condivise in una sessione precedente dall’utente, e sa solo dialogare in inglese, giapponese e coreano; nei prossimi mesi, però, sicuramente saprà interagire con gli umani nelle loro rispettive lingue.
Se siete infine stanchi di usare Google Bard e volete proteggere i vostri dati, potete cancellare la vostra attività con il chatbot tramite il menu in alto a sinistra, dove si trova la voce “Bard Activity”. All’interno di tale pagina, dunque, è possibile impedire a Bard di memorizzare le istruzioni inviate e le risposte ricevute, proprio come nel caso della cronologia Google.