Google Bard è ancora in fase di test e accessibile solo in due paesi (Stati Uniti e Regno Unito). Nonostante i problemi di gioventù, evidenziati anche dai dipendenti, l’azienda di Mountain View avrebbe pianificato l’integrazione del modello di intelligenza artificiale generativa nella sua piattaforma di advertising. Secondo le fonti del Financial Times, ciò avverrà nei prossimi mesi e sicuramente entro fine anno.
Pubblicità con intelligenza artificiale
In base alla presentazione mostrata agli inserzionisti, Google vuole usare l’intelligenza artificiale generativa per creare nuovi tipi di pubblicità. L’azienda californiana sfrutta già l’IA per creare semplici prompt che incoraggiano gli utenti ad acquistare i prodotti, ma l’integrazione nella piattaforma dei modelli IA, come quelli che alimentano Bard, consentirebbe di realizzare campagne più complesse.
La presentazione illustra alcune possibili applicazioni. Dopo aver fornito specifici contenuti “creativi”, tra cui testo, immagini e video di una particolare campagna, l’intelligenza artificiale “rimescola” questo materiale e genera inserzioni basate sul pubblico target e gli obiettivi di vendita.
La nuova tecnologia dovrebbe essere integrata in Performance Max, un tool che consente di migliorare il rendimento delle campagne, indicando il budget da investire e i canali da utilizzare (ad esempio, Google Search, Maps o YouTube).
L’uso dell’intelligenza artificiale generativa nelle campagne pubblicitarie è piuttosto rischioso, in quanto il tool potrebbe generare contenuti inattesi, nonostante i filtri applicati da Google. La tecnologia è stata ottimizzata per “convertire” nuovi clienti (tradurre i clic in acquisti), quindi può avere allucinazioni. Anche Meta ha previsto l’integrazione dell’IA generativa nella sua piattaforma di advertising.