Sin dal momento del lancio in accesso anticipato, Google Bard non ha sorpreso il pubblico come ci si aspettava. Il chatbot AI sperimentale dell’azienda statunitense ancora arranca rispetto alle controparti ChatGPT e Bing Chat. Con i test ancora in corso nella regione nordamericana, il CEO di Google, Sundar Pichai, ha risposto alle critiche rivolte dagli utenti nel contesto del podcast Hard Fork del New York Times, promettendo grandi novità a breve.
CEO di Google promette update importanti per Bard
Pichai stesso ha spiegato che Bard opera su una versione leggera ed efficiente di LaMDA su cui la società sta lavorando duramente al fine di perfezionarla, rendendola particolarmente abile in compiti correlati alla codifica o su ragionamenti “basati sul buon senso”. Le attuali, limitate capacità di Bard sono dovute a una certa cautela desiderata dai tecnici e ricercatori all’interno di Big G:
“Per me, è importante non rilasciare un modello più capace prima di essere completamente sicuri di poterlo gestire bene.”
Il CEO del colosso americano ha quindi rivelato come alcuni esperti siano preoccupati per i rischi dell’IA relativi alla diffusione di false informazioni, mentre altri avvertono le aziende del mondo tech delle minacce più esistenziali, ovvero delle attività potenzialmente distruttive svolte dal chatbot. Infine, Pichai ha aggiunto che bisogna preoccuparsi della sicurezza delle IA per “anticipare [le attività] e prepararsi per evitare tali problemi”.
Per questo insieme di ragioni, Google aggiornerà Bard ai modelli più potenti e di ultima generazione solamente quando gli sviluppatori potranno ritenersi sufficientemente sereni della corretta operatività dell’IA generativa:
“In quest’area, penso che sia importante ascoltare le preoccupazioni. [L’IA] richiederà molto dibattito, nessuno conosce tutte le risposte, nessuna azienda può realizzarla perfettamente. L’intelligenza artificiale è un’area troppo importante per non essere regolamentata.”