Il costante impegno di Google nella creazione di strumenti dedicati alla tecnologia relativa alla blockchain è testimoniato oggi dal debutto di un nuovo strumento che pone l’attenzione sul sistema decentralizzato su cui si regge la criptovaluta Ethereum. Un’iniziativa che replica quanto fatto alcuni mesi fa con Bitcoin: il gruppo di Mountain View annuncia l’esordio di un tool per BigQuery in grado di restituire dati e informazioni circa la rete che gestisce le transazioni della moneta virtuale.
BigQuery ed Ethereum
BigQuery è un servizio offerto dal gruppo di Mountain View che, insieme alle soluzioni cloud dedicate allo storage, torna utile per l’analisi dei big data. In questo caso le informazioni elaborate riguardano la criptovaluta ETH e vengono estratte direttamente dalla sua blockchain con cadenza quotidiana. Se ne ottengono report e grafici che, stando a quanto dichiara bigG sul proprio blog ufficiale, possono tornare utili per meglio conoscere la circolazione della moneta, per prendere decisioni strategiche e persino per migliorare l’infrastruttura stessa di Ethereum. Quello allegato di seguito, ad esempio, visualizza il rapporto tra le somme trasferite e il costo delle transazioni.
Criptovalute e gatti virtuali
L’analisi mette in luce che l’operazione eseguita con maggiore frequenza è quella relativa a CryptoKitties, un gioco basato proprio sulla blockchain in cui crescere, acquistare e vendere dei simpatici gatti digitali, ognuno unico e irriproducibile. Può essere definito come una sorta di evoluzione odierna e più complessa del classico Tamagotchi, divenuto tanto popolare da arrivare alla fine dello scorso anno a mettere a dura prova la rete Ethereum per la frequenza delle attività. Il felino virtuale più costoso della storia è stato comprato nel mese di dicembre per poco meno di 247 ETH, l’equivalente di 117.000 dollari. Qui sotto un altro esempio di come l’interrogazione delle informazioni attraverso BigQuery possa restituire in output un grafico utile a mostrare il pedigree del mondo CryptoKitties.
Ethereum, momento critico
Restando in tema, la criptovaluta di Vitalik Buterin si appresta ad affrontare un periodo decisivo. A circa tre anni dall’esordio, avvenuto in un’epoca in cui si parlava quasi ed esclusivamente di Bitcoin, si è ormai prossimi all’esplosione della cosiddetta Difficulty Bomb, momento previsto dal creatore stesso della moneta per stimolare un upgrade della tecnologia mediante una riduzione delle ricompense associate al mining. Lo stesso effetto si otterrebbe con lo stop all’emissione di nuova valuta, altra prospettiva da non escludere.
L’indecisione sul futuro di Ethereum verrà sciolta il mese prossimo, con l’arrivo dell’hard fork Constantinople che andrà ad aggiornare la piattaforma. Nel corso dell’ultimo semestre il valore ha fatto registrare una flessione pressoché costante, passando dal picco di 1.329 dollari di metà gennaio agli attuali 286 dollari.
Non è questo il primo incontro tra Google ed Ethereum, in realtà, ma il primo capitolo è più che altro una nota di colore. Sergey Brin, fondatore del gruppo e oggi a capo di Alphabet, ha infatti ammesso nei mesi scorsi di aver fatto mining di Ethereum a livello amatoriale assieme a sua figlia. Pochi euro messi da parte e una ammissione di colpa sul fatto che il gruppo sia arrivato in ritardo sul tema blockchain.