Non più assaggi appetitosi limitati da tecnologie DRM, che stimolano e reindirizzano l’acquisto presso Amazon o altri distributori online, ma un canale di vendita diretto per gli editori di libri digitali.
Google Book Search , il discusso servizio di ricerca che indicizza testi digitalizzati coperti da copyright o caduti in pubblico dominio, conferma quanto anticipato nei mesi scorsi.
“Stiamo lavorando ad una piattaforma che consentirà agli editori di offrire ai lettori l’accesso completo ad un libro online”, ha annunciato Jens Redmer, direttore di Google Book Search per l’Europa, ad Unbound , conferenza-brainstorming che ha fatto convergere numerosi esponenti del mondo editoriale presso la New York Public Library. Con gli sviluppi del servizio Book Search, Google farà quel che Apple ha fatto con la musica , si legge in un articolo di Times Online : il sistema a cui Google sta lavorando consentirà il download a pagamento, e non solo la lettura online, di interi testi, scaricabili e trasferibili sui device più diversi (e, si immagina, protetti da tecnologie DRM, in modo da tranquillizzare gli editori).
Il Progetto Google Book Search, nato nel 2004 con l’ambizioso intento di digitalizzare tutto lo scibile umano coperto e non da copyright, raccoglie sempre più accordi con biblioteche di tutto il mondo (l’ ultimo è stato stipulato con la biblioteca dell’Università del Texas di Austin) e ha istituito partnership con alcuni lungimiranti editori, entusiasti delle vendite in crescita che le anteprime dei libri sanno stimolare. Ma, nonostante il vasto archivio che raccoglie ad oggi trenta milioni di testi, “la maggior parte dell’informazione risiede ancora fuori dalla Rete”, ha ammesso Redmer.
Il fatto che la mission di Google consista nell’organizzare l’informazione di tutto il mondo e renderla universalmente accessibile, frena però l’entusiasmo degli editori più tradizionalisti, che temono ingenti perdite.
Molti tra loro leggono nell’iniziativa di Google l’allarmante equazione digitalizzazione=gratuità (o pirateria). Il mondo dell’editoria proprio non comprende le iniziative di coloro che, come il collettivo Wu Ming o come Cory Doctorow , parallelamente alla vendita tradizionale, distribuiscono in Rete opere gratuite e digitali. Eppure, parafrasando l’intervento di Doctorow ad Unbound, riportato da cnet , la strategia funziona anche dal punto di vista commerciale e promozionale.
Il progetto di Google, per come funziona tuttora, oltre ad offrire un’opportunità “promozionale” alle case editrici e un servizio agli utenti, potrebbe costituire un importante fattore di cambiamento nel mondo dell’editoria, capace di affiancare alternative digitali ai modelli tradizionali incentrati sulla fisicità del libro. L’industria del libro, dalle case editrici alle librerie di quartiere, per competere sarà costretta a guardare a nuovi modelli di business, e ad adattare l’offerta, per non perdere terreno.
Google Book Search, però, oltre a rappresentare un fattore capace di innescare il cambiamento, nel momento in cui si tramuterà in piattaforma distributiva potrebbe costituire una risposta , immediatamente comprensibile e redditizia, ai dubbi del nostalgico mondo editoriale. Un modello di business che, oltre ad alimentare l’industria hardware, potrebbe consentire anche alle piccole case editrici di distribuire i propri prodotti, liberandosi dai costi e dalle dinamiche di spreco tipiche dell’editoria cartacea.
Gaia Bottà