“Le persone pensano che Google digitalizzi libri protetti da copyright. È falso”. Così David Drummond, legale di BigG, ha risposto alle parole del cancelliere tedesco Angela Merkel, la quale aveva dichiarato di voler legiferare per proteggere il diritto d’autore dai “significativi pericoli” connessi a Internet.
Il nodo della questione è anche questa volta la digitalizzazione di massa delle opere orfane messa in atto da Mountain View. L’accordo da 125 milioni di dollari stipulato con gli editori statunitensi ha ricevuto la bocciatura in molti paesi europei , Francia e Germania su tutti: ogni stato regola il diritto d’autore secondo leggi che non sempre aderiscono con le regole degli Stati Uniti.
Drummond si è detto consapevole di queste differenze legislative, sottolineando come a suo parere ci sia molta confusione intorno a Google Books , una confusione che porterebbe a formulare giudizi frettolosi, e sbagliati.
Proprio per venire incontro alle pressione che giungono dall’Europa, BigG potrebbe presto proporre un accordo alternativo per richiedere l’autorizzazione degli editori europei alla digitalizzazione: un passaggio che lo stesso Sergey Brin, co-founder dell’azienda, ritiene necessario per preservare lo scibile umano.
Giorgio Pontico