Dopo sette anni di litigi legali, i vertici dell’ Association of American Publishers (AAP) hanno teso la mano al gigante Google, accusato di aver digitalizzato senza permesso milioni di libri e pubblicazioni nel suo Library Project . La Googleteca di Mountain View sarà ora autorizzata ad accedere alle opere protette dal copyright , almeno secondo i primi dettagli del settlement agreement che porrà fine alla sfida in tribunale.
Nell’ottobre del 2005, un gruppo di cinque editori della AAP denunciavano BigG per violazione massiva del copyright, avendo digitalizzato volumi e quotidiani senza autorizzazione. Sette anni dopo, i publisher a stelle e strisce avranno la facoltà di decidere se mantenere o ritirare i propri volumi dal Library Project .
Tutti quelli che opteranno per la prima soluzione avranno facoltà di ricevere una copia digitale delle singole opere da utilizzare per i propri scopi. L’accordo non escluderà eventuali accordi privati tra gli editori e Google, per gli usi più disparati delle opere digitalizzate.
Soddisfatto il presidente e CEO di AAP Tom Allen, che ha sottolineato come l’accordo con Google porti gli utenti statunitensi a scoprire nuovi contenuti editoriali nel rispetto del diritto d’autore. Mentre il vicepresidente di BigG David Drummond ha promesso un aumento dei contenuti per “educare, elettrizzare e intrattenere” gli utenti via Google Play.
In attesa di dettagli ulteriori, Google potrà vendere i libri digitalizzati sullo store mobile Play, una volta superato il 20 per cento della consultazione libera di un testo . Nel comunicato diramato dalle parti (non più) in causa, l’accordo con AAP non coinvolge in alcun modo la battaglia aperta con l’associazione degli autori Authors Guild .
Mauro Vecchio