Il futuro accordo da 125 milioni tra Google e gli editori statunitensi non piace a tutti. Gli europei temono che gli effetti dello strapotere del servizio dedicato ai libri della Grande G si possano riflettere anche su queste sponde dell’oceano e perciò il governo francese ha chiesto espressamente ad Authors Guild e Association of American Publishers di non concedere a BigG il monopolio delle digitalizzazioni.
Il matrimonio tra BigG e gli editori si dovrebbe celebrare il prossimo 7 ottobre, e di conseguenza mancando 30 giorni a tale scadenza proprio il 9 settembre costituisce il termine ultimo per presentare eventuali reclami.
Alla protesta capeggiata dall’Eliseo si è unita anche Microsoft, che già altre volte si era schierata tra gli oppositori di Google Book Search. A quelle di Redmond si sono unite una miriade di obiezioni di altri soggetti contrari al patto con gli editori: autori, bibliotece, accademie, lo stato del Connecticut e DC Comics compongono solo una parte della lista di oppositori che vorrebbero mettere in moto i meccanismi antitrust statunitesi.
Tuttavia Google e l’ufficio Antitrust di Washington avevano già incrociato le spade e l’esito della tenzone aveva visto Mountain View disponibile a riconoscere un compenso adeguato all’editoria made in USA. Bisognerà vedere se le pressioni ricevute da Unione Europea , Microsoft e autori saranno sufficienti a convincere i funzionari statunitensi a rivedere i termini dell’accordo.
Anche il commissario europeo Viviane Reding ha riconosciuto il ruolo trainante di Google, sostenendo tuttavia il diritto degli autori di poter usufruire del copyright e auspicando che si arrivi a un intesa tra le parti in causa. Tutto in nome del progresso.
Giorgio Pontico