Google vacilla sul fronte dell’advertising: i paid click , i click con cui i netizen dimostrano interesse per le inserzioni veicolate da Google, crescono a un ritmo più lento del previsto.
A rivelarlo , l’ultimo report mensile di comScore : il febbraio pubblicitario di Google ha collezionato negli States solo 515 milioni di paid click, un numero cresciuto del 3,1 per cento rispetto al febbraio dello scorso anno, non bisestile. Proprio per questo la crescita, spiegano gli analisti, dovrebbe essere ridimensionata, avvicinandosi allo zero per cento fatto registrare in gennaio rispetto al mese corrispondente dell’anno precedente, un dato che aveva innescato una considerevole perdita di valore del titolo in Borsa.
Anche i dati relativi a febbraio hanno avuto ripercussioni sul valore delle azioni di BigG: gli analisti si aspettavano una crescita pari almeno al 5 per cento, un risultato che potesse diradare almeno parzialmente le nebbie che si addensano sul mercato pubblicitario e sullo stesso colosso di Mountain View che, a differenza dello scorso anno , nel settore dell’advertising non sembra entusiasmare.
Gli analisti raccomandano cautela e ammettono di dover ancora soppesare il significato dei dati comScore: Google ha effettuato alcuni aggiustamenti sul fronte delle strategie di advertising, e i rilevamenti sul numero di click potrebbero non essere lo specchio di un reale rallentamento.
C’è inoltre chi mostra dati decisamente contrastanti con quelli offerti da comScore nel corso di questi due mesi: SearchIgnite ha stimato per Google una crescita dirompente nei paid click.
A Mountain View non disperano : Google ha iniziato a dispensare Video Ads fra i risultati delle ricerche e può contare su una quota di mercato del search pari al 58,7 per cento , in costante crescita. Nel mese di febbraio gli americani hanno effettuato con BigG 4 miliardi e mezzo di ricerche.
Nel contempo, YouTube continua a rimpinguarsi di video e a guadagnare pubblico: ospita ora 2,9 miliardi di clip, il 48,5 per cento di tutti i video che circolano sul web, e nel mese di febbraio ha intrattenuto 70 milioni di netizen, una quota considerevole se confrontata con i 116 milioni di utenti che si sono dilettati con i video in rete. È un’espansione che Google sta tentando di cavalcare offrendo ai propri utenti servizi a valore aggiunto come YouTube Insights , uno strumento per consultare statistiche relative ai propri video, uno strumento dedicato agli utenti affamati di celebrità ma anche agli uomini del marketing e ai partner che da YouTube traggono guadagni.
Gaia Bottà