A fine dicembre 2023, Google ha raggiunto un accordo extragiudiziale per evitare l’avvio del processo e un risarcimento di 5 miliardi di dollari. L’azienda di Mountain View ha aggiornato la schermata della modalità Incognito di Chrome per chiarire che la funzionalità non blocca la raccolta dei dati durante la navigazione.
Incognito non significa invisibile
La vicenda è iniziata oltre tre anni fa, quando alcuni utenti aveano denunciato Google perché i dati di navigazione vengono ugualmente raccolti dopo aver attivato la modalità Incognito di Chrome.
L’azienda di Mountain View aveva evidenziato che i siti web possono tracciare l’attività online, come indicato nella schermata mostrata quando viene attivata la funzionalità. Tuttavia, la giudice Lucy Koh aveva deciso che la class action poteva continuare. La richiesta di giudizio abbreviato è stata respinta all’inizio di agosto 2023, quindi Google ha deciso di sottoscrivere un accordo per evitare il processo. I termini verranno presentati in tribunale entro fine mese e la decisione finale arriverà entro fine febbraio.
La schermata della modalità Incognito nella versione stabile di Chrome è questa:
Nella versione Canary 122.0.6251.0 è stata invece modificata in questo modo:
Viene quindi specificato che l’attivazione della modalità Incognito non cambia il modo in cui i dati vengono raccolti dai siti web visitati e dai servizi utilizzati, incluso Google. In pratica, incognito non significa invisibile, dato che esiste sempre una forma di tracciamento. Una simile funzionalità è disponibile su Firefox, ma è scritto chiaramente che non garantisce l’anonimato.