Mentre l’estate degli appassionati del pallone si divide tra gli acquisti e le cessioni del cosiddetto calciomercato, Google cambia i propri assetti aziendali. Rispettivamente con un acquisto ed una cessione: a lasciare l’ala protettrice di BigG è il servizio di automazione per advertising per webradio Radio Automation , mentre ad entrare nelle proprietà del colosso di Mountain View sono le tecnologie di On2 , azienda che opera nel ramo dei codec video.
L’importo che Google sborserà per annoverare le tecnologie di On2 nei propri servizi web sarebbe stato fissato in circa 107 milioni di dollari. Stando a quanto dichiarato da Google, la transazione dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Nei piani dell’azienda di Mountain View, le nuove funzioni acquisite andranno a rinforzare il vasto parco di servizi web messo a disposizione: “Al giorno d’oggi il video è una delle componenti essenziali dell’esperienza del web e noi crediamo che tecnologie di compressione di alto livello debbano essere parte della piattaforma web” dichiara Sundar Pichai, dirigente di Google.
Una mossa non da poco: considerato che BigG già controlla un più importante portale video del Web (YouTube), se dovesse usare questo peso per affermare la tecnologia On2 come standard (per altro open source) molto presto l’attuale H.264 potrebbe scivolare dalla cresta dell’onda. La mossa di Google è, insomma, strategica per molti motivi: e, come di consueto quando si parla di Mountain View, la presa su quello che viene ritenuto un settore in crescita si fa gradualmente sempre più salda.
Nel contempo, a partire sarà il business legato a Radio Automation, che è stato venduto a titolo effettivo a WideOrbit, che ora propone il tool di servizi per l’automazione delle trasmissioni dedicate alle webradio sotto il nome di WO Automation . Attualmente, non sembrano essere disponibili informazioni dettagliate relative all’entità dell’accordo economico tra le due parti.
Grande la soddisfazione di WideOrbit: “L’acquisizione di Google Radio Automation è un punto cruciale per le nostre strategie di espansione dell’offerta di servizi sempre più avanzati e completi per il settore del radio broadcasting” ha dichiarato Eric Mathewson, CEO e fondatore di WideOrbit.
Della possibile vendita del servizio se ne parlava già dallo scorso febbraio, periodo in cui Google decise di allentare la presa sul settore tagliando circa 40 posti di lavoro. Quello che appare certo è che ora i circa 3600 clienti che usufruivano del servizio dovranno fare riferimento a WideOrbit, mentre sembra possibile l’ipotesi che insieme al servizio, Google trasferirà nelle sedi dell’acquirente anche i lavoratori impegnati nello sviluppo e nella manutenzione della piattaforma.
Vincenzo Gentile