A portare in tribunale BigG era stata la piccola etichetta indipendente Blues Destiny, che accusava Google e Bing di agevolare la violazione del diritto d’autore offrendo nei risultati della ricerca link verso contenuti illegalmente ospitati da RapidShare.
Nel frattempo, per la verità, l’etichetta indie aveva fatto cadere la denuncia, ma aveva ribadito l’intenzione di riprendere il processo, manifestando nuovamente a Google l’accusa secondo cui il motore di ricerca violerebbe la propria proprietà intellettuale. È stata dunque Mountain View a dare avvio ad una nuova azione legale, volta stavolta a chiedere al giudice una sentenza dichiarativa che stabilisca univocamente che le richieste dell’etichetta musica e le presunte responsabilità pendenti sui motori di ricerca sono inconsistenti.
Mountain View invoca a sua difesa le disposizioni del Digital Millenium Copyright Act (DMCA), il principio di non responsabilità degli intermediari e la circostanza per cui, una volta notificata del materiale illegale linkato, tali collegamenti sono stati rimossi.
Se questa tesi fosse accettata, se il diritto di link venisse riconosciuto, osserva qualcuno pur facendo i debiti distinguo, il caso The Pirate Bay e la sua condanna in qualità di motore di ricerca di potrebbero tornare ad essere dibattuti.
Claudio Tamburrino