Chrome 4, prossima incarnazione del browser con cui Google ha lanciato la sfida prima a Internet Explorer, raggiunge lo stato intermedio di beta con la build 4.0.223.16 . Molte le novità annunciate, prima fra tutte la capacità di sincronizzare i segnalibri in remoto , attraverso una tecnologia di capitale importanza per i piani tecnologici e commerciali di Mountain View.
Delle tre diverse iterazioni di Chrome esistenti (beta, preview per sviluppatori e release stabile), la versione beta è quella che offre il compromesso ideale tra la possibilità di testare le nuove caratteristiche e la stabilità generale del software. La sincronizzazione dei bookmark, che i G-man spiegano essere propedeutica per l’accesso agli stessi siti preferiti su macchine diverse, si basa su quella stessa tecnologia di cloud computing già presentata lo scorso agosto .
Una tecnologia che sul lungo periodo dovrebbe permettere a Chrome di gestire tutti i dati degli utenti – e non solo i preferiti – senza soluzione di continuità tra “nuvole” e applicazione locale, fornendo a Google il principale strumento di somministrazione del suo pacchetto di “mainframe computing” tutto compreso aggiornato all’epoca di Internet e delle connessioni broadband a 150 ms di latenza.
Tra le altre novità incluse nella nuova beta si segnala un 30 per cento di incremento prestazionale nell’esecuzione del codice web, mentre non è attualmente noto quando tecnologie importanti come Native Code o WebGL entreranno a far parte del codice prima della prossima main release.
Novità tecnologiche a parte, le ultime stime rilasciate da Net Applications certificherebbero il fatto che Google Chrome è il browser con il più alto tasso di crescita , con un market share del 3,6 per cento a ottobre per un incremento dello 0,2 per cento rispetto al mese precedente. Google sostiene che Chrome è attualmente utilizzato attivamente da più di 30 milioni di utenti, anche se si tratta di numeri che sembrano circolare da tempo .
Nella partita per il controllo dei browser web – diretta emanazione della più ampia sfida che oramai coinvolge Internet, i sistemi operativi e le applicazioni – a soffrire sembra essere Internet Explorer di Microsoft che in Europa, pur mantenendo la stragrande maggioranza del mercato, perde utenti a vista d’occhio (il 2,6 per cento in sei mesi) a vantaggio dei concorrenti, di Chrome, Safari e soprattutto Mozilla Firefox.
Alfonso Maruccia